NEW YORK – Quando si pensa a San Francisco, viene in mente il Ponte sul Golden Gate, la baia, l’Oceano, le case vittoriane, I tram che si arrampicano sulle colline, la...
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Significherebbe cioè che la speciale squadra ideata la scorsa estate dalla sindaca, la “poop patrol”, non è riuscita a tenere testa alla frequenza con cui la lordura viene depositata. “Poop patrol” è il soprannome affibbiato dal quotidiano San Francisco Chronicle alla squadra pulizia. E’ una squadra formata di cinque membri, forniti di abbigliamento protettivo e strumenti per raccattare i resti, depositarli in un contenitore, lavare e sterilizzare la zona imbrattata con gettiti di vapore caldissimo.
Ogni membro della squadra guadagna 71 mila dollari all’anno, che diventano un costo per la città di 180 mila dollari ciascuno, con i contributi pensione, assicurazione medica ecc. Il quindicinale economico Forbes ha calcolato che dati i costi della “poop patrol” e il numero delle feci da ripulire, i contribuenti pagano 32 dollari e 75 centesimi per ogni escremento raccolto.
Non sarebbe una cifra seria per questa ricca città, se il progetto funzionasse. La sindaca sperava che la squadra avrebbe identificato e ripulito i marciapiedi insozzati prima che arrivassero le segnalazioni dei cittadini al numero delle lamentele, il 311. Ciò non si è verificato: come si diceva, nonostante la “poop patrol” esca presto la mattina a pattugliare e ripulire le aree della città, nel primo trimestre di quest’anno ci sono state già quasi 7 mila segnalazioni.
Il problema di San Francico è legato al grande numero di senzatetto che vivono in tendopoli. Si calcola che ce ne siano oltre 7.500, in una città che conta 800 mila abitanti. La città offre 22 gabinetti pubblici, a forma di chiosco, che però sono chiusi la notte.
Tra l’altro, il problema della sozzura si lega anche al pericolo delle siringhe: molti di coloro che imbrattano i marciapiedi non sono solo senzatetto, ma anche tossicodipendenti, e oltre a lasciarsi dietro la propria lordura, lasciano cadere anche siringhe usate e pericolose. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero