Passa anche da Roma il Russiagate. Per l'indagine sulle presunte ingerenze di Donald Trump e Mosca per danneggiare la candidata democratica Hillary Clinton durante le ultime...
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In una lettera inviata a Barr, Graham spiega che la sua commissione sta indagando su questioni relative alla gestione da parte del dipartimento di Giustizia e dell'Fbi dell'indagine Trump-Russia. In particolare, il mandato Fisa (Foreign Intelligence Surveillance Act) ottenuto dall'Fbi per intercettare l'allora consulente della campagna di Trump, Carter Page.
D'altra parte l'operato del dipartimento di Giustizia e dell'Fbi è stato oggetto di un'indagine interna da parte dell'ispettore generale del dipartimento, Michael Horowitz. Nel suo rapporto, diffuso a dicembre, Horowitz ha indicato che l'Fbi disponeva di elementi sufficienti per lanciare un'indagine contro la campagna di Trump, sospettata di possibili legami con la Russia e che non vi fu pregiudizio politico nei confronti dell'allora candidato repubblicano. Tuttavia, Horowitz ha anche rilevato numerosi errori e negligenze da parte dell'Fbi per ottenere le autorizzazioni necessarie per intercettare esponenti della campagna, al fine di dimostrare collusioni con i russi.
L'inchiesta del procuratore speciale Robert Mueller, che accorpò l'indagine dell'Fbi, non ha dimostrato alcune legame tra Trump e Mosca per danneggiare la Clinton. Dopo la conclusione dell'inchiesta Mueller, l'attorney general Barr ha affidato al procuratore del Connecticut John Durham, di riconosciuta fama bipartisan, un'inchiesta (da qualche mese divenuta penale) sull'origine stessa dell'inchiesta Trump-Russia. Il sospetto di Barr e dei repubblicani è che vi fu un complotto messo in atto da Fbi e Cia per incastrare Trump.
È nell'ambito di questa indagine che Barr e Durham lo scorso anno sono stati due volte a Roma per incontrare i vertici dell'intelligence italiana, che hanno però ripetutamente negato qualsiasi ruolo nella vicenda. In particolare, Barr e Durham erano interessati al ruolo del professore maltese Joseph Mifsud, collaboratore della Link Campus University di Roma.
Sarebbe stato Mifsud, secondo le conclusioni dell'inchiesta Mueller, ad offrire nella primavera del 2016 all'allora consulente della campagna di Trump, George Papadopoulos, materiale «sporco» su Hillary Clinton, sotto forma di migliaia di email compromettenti hackerate dai servizi russi. Fu quella, in sostanza, la 'scintillà che fece scattare l'indagine dell'Fbi. Secondo l'indagine Mueller, Mifsud era un asset dell'intelligence russa. Secondo la contro narrativa repubblicana, il professore maltese, misteriosamente scomparso da olte due anni, era in realtà un 'agente provocatorè manovrato da Fbi, Cia e servizi alleati per infiltrare la campagna di Trump e creare un caso per un eventuale impeachment.
Tra gli altri nomi chiamati da Graham a testimoniare davanti al Senato, oltre a quello di Ramsey, ne compaiono altri ormai familiari per chi ha seguito con attenzione la vicenda. È il caso di Bruce Ohr, funzionario del dipartimento di Giustizia dell'epoca, la cui moglie, Nellie Ohr, lavorava per l'azienda privata Fusion Gps, la fonte del cosiddetto "dossier Steele".
Il Messaggero