Russia, le multinazionali scappano: da Ikea a Google (Airbnb l'ultimo), tutti i colossi che boicottano Putin

Dal cinema ai sistemi di pagamento, fino alle case d'abbigliamento, è una lista lunghissima destinata ad aumentare

Le multinazionali scappano da Putin: da Apple e Google a H&M, tutti i colossi che hanno chiuso in Russia
Fuga dalla Russia. Le multinazionali stanno scappando dalla nazione di Putin, dopo l'attacco all'Ucraina. Nessuno vuole legare il suo nome a quello di Mosca. È una...

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Fuga dalla Russia. Le multinazionali stanno scappando dalla nazione di Putin, dopo l'attacco all'Ucraina. Nessuno vuole legare il suo nome a quello di Mosca. È una questione di immagine, ma anche etica. Le testimonianze che arrivano ogni giorno dal fronte di guerra stanno spingendo i Ceo delle aziende più grandi al mondo a chiudere bottega in tutto il Paese. Con un conseguente danno economico che si ripercuote su tutta la Russia, a cominciare dai cittadini che perdono il lavoro e che si sentono sempre più isolati dal mondo.

 

Ikea, AirBnb, Nike e le altre: la lista

L'ultima grande azienda ad aver annunciato la chiusura in Russia è stata la svedese Ikea. Ieri, dopo il comunicato con l'annuncio, centinaia di russi si sono precipitati agli store per comprare quello di cui avevano bisogno, prima che fosse tardi. «La guerra ha un enorme impatto umano e si traduce in gravi problemi della catena di produzione e distribuzione, ragione per cui le società del gruppo hanno deciso di sospendere temporaneamente le attività di Ikea in Russia», si legge in una nota. Hanno chiuso «temporaneamente» i negozi H&M e ragiona sulla stessa soluzione anche il gruppo Inditex, che possiede Zara e altri marchi di abbigliamento. Tanti saluti pure da Nike e Adidas.

Hanno detto addio i colossi americani Google, Netflix e Apple. La casa californiana fondata da Steve Jobs ha anche bloccato i suoi servizi Apple Pay e Apple Maps. La Disney e altre major di Hollywood come Universal Picture o Paramount, hanno fermato la distribuzione dei film di loro produzione nei cinema russi. E ancora, nella lunga lista, ci sono Coca-Cola, Danone, i circuiti di pagamento PayPal, Visa e Mastercard, la Sony, Spotify, Nintendo, Nestlé e Lego. Ha bloccato le sue piattaforme anche AirBnb e ora l'azienda è al lavoro con i suoi host per ospitare i rifugiati. 

 

 

La rivolta del mercato automobilistico

Compatto anche il boicottamento del mercato delle automobili. Sono tantissime le case che hanno bloccato le vendite dei propri mezzi. Ci sono le tedesche Audi, Mercedes e Volkswagen, c'è la Chevrolet, la Jaguar, ma anche i colossi orientale Toyota, Honda e Mazda, la General Motors e la Harley Davidson a rappresentare il mondo delle motociclette. 

 

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Il Messaggero