Regno Unito, Birmingham dichiara bancarotta

L'autorità locale di Birmingham ha dichiarato oggi formalmente lo stato di crisi finanziaria. Questo avviso indica che l'autorità locale si trova in...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

L'autorità locale di Birmingham ha dichiarato oggi formalmente lo stato di crisi finanziaria. Questo avviso indica che l'autorità locale si trova in difficoltà finanziarie e non può più bilanciare il suo budget. Il Consiglio comunale della città dell'Inghilterra centrale con quasi 3 milioni di abitanti ha dunque dichiarato oggi formalmente bancarotta, non essendo in più in grado di far fronte ai debiti. Sulla carta gli enti locali britannici non possono - per legge - essere lasciati andare in fallimento come un'azienda ma, invocando la cosiddetta Section 114 della normativa, il Consiglio ha avviato le procedure di «una bancarotta di fatto», come riportano i media. Passo da cui discende il divieto di procedere ora a qualunque nuovo impegno di spesa e l'obbligo di definire un piano finanziario d'emergenza entro i prossimi 21 giorni.

Birmingham travolta dai debiti

L'amministrazione di Birmingham è indicata dalla Bbc come il maggiore singolo Consiglio comunale d'Europa e la sua leadership attuale è in mano al Partito Laburista, all'opposizione in sede nazionale. Il leader e la vice-leader del Consiglio, John Cotton e Sharon Thompson, hanno ammesso in una dichiarazione congiunta l'impossibilità di coprire, in particolare, un ammontare debitorio balzato a 760 milioni di sterline, quasi 900 milioni di euro, in seguito agli adeguamenti imposti dagli obblighi assunti in materia di «parità retributiva» verso dipendenti e contractor comunali; ma si sono difesi dalle polemiche rivendicando «il rigore di bilancio» esercitato a loro dire negli ultimi mesi «dinanzi a una tempesta perfetta» segnata dall'incremento delle necessità di spesa, dal «drammatico calo» delle entrate garantite dal business locale, nonché - a livello nazionale - dai contraccolpi «dell'inflazione rampante» e dalla contrazione dei trasferimenti fiscali versi gli enti locali imputata alla politica del governo centrale conservatore di Londra. Mentre l'opposizione Tory in Consiglio ha accusato gli amministratori laburisti di essersi rivelati «incapaci di affrontare la situazione in modo adeguato e tempestivo», sollecitandone le dimissioni.

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero