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«Chi è Vladimir Putin e quanti sono?». La tedesca Bild non è la prima e non sarà l’ultima testata giornalistica ad avanzare dubbi sull’autenticità del Putin che abbiamo visto alla tv, nel web o sui giornali a Mariupol o a sud di Kherson, nell’Ucraina occupata. Zone di guerra. Oppure in un incontro ravvicinato con gli studenti a Mosca, nonostante la sua paura del contagio da Covid e l’abitudine di far attendere anche settimane prima di stringere la mano a un visitatore, testato se non “quarantenato”. La Bild pubblica le immagini che mostrerebbero le differenze tra Putin e i suoi doppi. Il capo dei servizi segreti ucraini Kyryll Budanov, intervistato dal britannico Daily Mail, ne ha contati tre che, dice, «si sono sottoposti a interventi di chirurgia plastica per assomigliare all’originale».
Addirittura, vi sarebbero specialisti dell’intelligence a Kiev in grado di riconoscerli ormai a prima vista. I sosia verrebbero usati raramente, ma in situazioni di rischio come una guerra e possibili attentati il loro impiego avrebbe una maggiore frequenza. E una maggiore probabilità che il trucco venga smascherato. La Bild cita parole degli ucraini: «Se c’è Putin, raramente è Putin». E aggiunge: «Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha dovuto smentire: Putin è reale». Lo stesso Zelensky non perde occasione di commentare: «Neanch’io riesco a capire se è vivo».
IMPORTANZA CRUCIALE
I sosia diventerebbero importantissimi proprio in caso di morte, per nasconderla settimane oppure mesi. Ma su cosa si basano le illazioni dei media più sospettosi? Anzitutto sul confronto tra un’immagine di Putin in un evento istituzionale a Mosca il 21 febbraio 2023, e altre due invece a Sebastopoli e Mariupol, tra il 18 e il 19 marzo. Le posta su Twitter Anton Gerashchenko, consigliere del ministero dell’Interno ucraino, rilanciato da canali Telegram dell’opposizione russa come “Vatneo Boloto”. «Qual è quello vero?», chiede Gerashchenko.
Altre foto controverse ritraggono lo Zar per strada a Mariupol con un gruppo di residenti filo-russi, e a Mosca con gli universitari dell’ateneo di Lomonosov il 25 gennaio.
DISTANZE SOSPETTE
Eppure, il giallo rimane, se stridono le immagini di Putin lontanissimo dai collaboratori più stretti al tavolo lungo delle riunioni e quelle con semplici residenti di Mariupol. Del resto, che Putin abbia sosia lo ha detto l’ex deputato della Duma, Mark Feigin. E il doppio appartiene alla tradizione sovietica. Di Stalin conosciamo il nome di un sosia, Felix Dadayev, che ne ha parlato pubblicamente nel 2008 sostenendo che oltre a lui, Stalin ne aveva altri tre. E la storia riporta i nomi di almeno un paio di falsi Hitler. Gustav Weller gli assomigliava come una goccia d’acqua, al punto di essere ucciso al suo posto dai sovietici.
Il Messaggero