Putin concede la grazia al killer della giornalista Anna Politkovskaja: un premio per aver combattuto in Ucraina

L'ex detective russo Sergei Khadzhikurbanov fu condannato per omicidio

Putin concede la grazia al killer della giornalista Anna Politkovskaja per aver combattuto in Ucraina
L'ex detective russo Sergei Khadzhikurbanov, condannato per l'omicidio della giornalista investigativa Anna Politkovskaya nel 2006, è stato graziato dal presidente...

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L'ex detective russo Sergei Khadzhikurbanov, condannato per l'omicidio della giornalista investigativa Anna Politkovskaya nel 2006, è stato graziato dal presidente Putin per aver combattuto in Ucraina. La notizia è stata confermata all'AFP dal suo avvocato. «Come combattente delle forze speciali, è stato invitato a firmare un contratto per partecipare all'operazione militare speciale. Quando il contratto è scaduto, è stato graziato con decreto presidenziale», ha detto il suo legale Alexei Mikhalchik.

 

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Chi era Anna Politkovskaja

Particolarmente attiva sul fronte dei diritti umani, Anna Politkovskaja è nota principalmente per i suoi reportage sulla seconda guerra cecena e per le sue aspre critiche contro le forze armate e i governi russi sotto la presidenza di Vladimir Putin, accusati del mancato rispetto dei diritti civili e dello stato di diritto. Il 7 ottobre 2006 è stata assassinata a Mosca mentre stava rincasando. Il suo omicidio produsse una notevole mobilitazione internazionale al fine di chiarire le circostanze della sua uccisione. Nel giugno 2014 cinque uomini di etnia cecena sono stati condannati al carcere per l'omicidio sebbene non siano stati individuati i mandanti.

 

 

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L'omicidio

Politkovskaja fu ritrovata morta nell'ascensore del suo palazzo a Mosca il 7 ottobre 2006. La polizia rinvenne accanto al cadavere una pistola Makarov con quattro bossoli; uno dei proiettili sparati l'aveva colpita alla testa. Si seguì quindi la pista di un omicidio premeditato operato da un killer a contratto. Sebbene non siano stati individuati i responsabili molti hanno indicato come puntato il dito proprio nei confronti del presidente Putin. La data dell'assassinio, fra l'altro, coincide con il compleanno del presidente russo.

Il giorno successivo la polizia russa sequestrò il computer della Politkovskaja e tutto il materiale dell'inchiesta che la giornalista stava realizzando. Il 9 ottobre l'editore della Novaja Gazeta Dmitrij Muratov disse che Politkovskaja stava per pubblicare, proprio il giorno in cui fu uccisa, un lungo articolo sulle torture commesse dalle forze di sicurezza cecene legate al Primo Ministro Ramzan Kadyrov. Muratov aggiunse che mancavano anche due fotografie; gli appunti non ancora sequestrati furono pubblicati il 9 ottobre stesso sul giornale.

I funerali si svolsero il 10 ottobre presso il cimitero Troekurovskij di Mosca. Più di mille persone, fra cui anche colleghi e semplici ammiratori della giornalista, parteciparono alla cerimonia funebre. La sua lapide rappresenta un giornale crivellato dai proiettili, segno del suo grande impegno per la scoperta della verità. Tra i partecipanti alle esequie ci fu anche il leader politico radicale Marco Pannella, amico personale di Politkovskaja. Nessun rappresentante del governo russo vi partecipò. 

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Il Messaggero