Picchia la fidanzata nuda in diretta streaming fino a farla morire: youtuber condannato a 6 anni

Picchia la fidanzata nuda in diretta streaming fino a farla morire: youtuber condannato a 6 anni
Uno youtuber russo di 30 anni, ReeFlay, è stato condannato a sei anni di carcere per aver ucciso la propria fidanzata durante una diretta streaming dopo averle...

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Uno youtuber russo di 30 anni, ReeFlay, è stato condannato a sei anni di carcere per aver ucciso la propria fidanzata durante una diretta streaming dopo averle inflitto lesioni personali gravi in cambio di denaro online. La vittima di 28 anni, Valentina Grigoryeva, è morta, secondo il giudice a causa delle "ferite riportate alla testa".

Lo Yotuber era stato pagato dagli osservatori per infliggerle violenza verbale e fisica nella sessione di streaming in cui si è consumato l'omicidio.

 

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Nel live streaming che ha fatto notizia in tutto il mondo, l'uomo aveva etichettato Grigoryeva come "prostituta" "puzzolente". Nei primi rapporti si sosteneva che la ragazza fosse morta per essere stata rinchiusa fuori quasi nuda a temperature sotto lo zero, ma in seguito gli esperti forensi hanno concluso che la causa della morte sia stata invece una ferita procuratole alla testa. Quando Reshetnikov le aveva finalmente permesso di rientrare in casa, era ormai chiaro agli spettatori YouTube che la donna fosse morta e uno di loro aveva chiamato i servizi di emergenza. Sempre in diretta, gli spettatori avevano assistito ai maldestri e inutili tentativi dello youtuber di rianimarla. Surreale le ultime frasi del folle: "Valentina, come sei pallida, sei morta". La ragazza è morta riportando, secondo l'autopsia, un "trauma craniocerebrale" e "lividi multipli sul viso ed emorragie dei tessuti molli".

 

 

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Nei rapporti iniziali si segnalava che la vittima fosse incinta, condizione successivamente smentita. Gli esami psicologici e psichiatrici dello streamer lo hanno definito "sano di mente" e in grado di affrontare il processo. ReeFlay ha ammesso in tribunale di averla "picchiata" ed è stato condannato per "inflizione intenzionale di lesioni personali gravi, pericolose per la vita umana, commesse con l'uso di un oggetto usato come arma, con conseguente morte per negligenza della vittima".

 

 

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Il Messaggero