Piatto thailandese provoca il cancro al fegato, allarme di un chirurgo: «È letale». Ecco perché è così pericoloso

Si tratta di una pietanza molto popolare nelle zone più povere della Thailandia e provoca 20mila morti ogni anno

Il letale piatto thailandese che provoca il cancro al fegato (foto Wikipedia)
La cucina asiatica è ormai estremamente diffusa e amata in tutta Europa, ma esiste un piatto della cucina thailandese che è tanto popolare e apparentemente innocuo...

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La cucina asiatica è ormai estremamente diffusa e amata in tutta Europa, ma esiste un piatto della cucina thailandese che è tanto popolare e apparentemente innocuo quanto letale: si tratta del koi pla, una ricetta composta da pesce crudo macinato con un mix di erbe, spezie e succo di limone. Ad essere pericoloso non è però il pesce crudo in sé, bensì i vermi piatti parassiti - o trematodi vivi - che vivono al suo interno. Questi parassiti provengono dai pesci d'acqua dolce diffusi nella zona del Mekong e si stima che siano la causa di 20.000 morti in Thailandia ogni anno.

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Cosa si rischia

Il piatto cancerogeno in questione è particolarmente diffuso in una delle regioni più povere del paese, l'Isaan, dove si è osservata un'incidenza molto più alta di tumore al fegato rispetto alla media nazionale. Quest'area è infatti una con il più alto tasso al mondo di cancro del dotto biliare, proprio a causa dell'elevato consumo di questo cibo cibo da parte dei suoi residenti, che ora un medico sta cercando di dissuadere dal mangiarlo. 

«È un onere sanitario molto grande da queste parti. Ma nessuno lo sa perché muoiono in silenzio, come foglie che cadono da un albero» ha dichiarato parlando all'Agence France-Presse, Narong Khuntikeo, chirurgo specializzato nel tumore del fegato. Conosciuto come il "killer silenzioso", il cancro del fegato ha uno dei più bassi tassi di sopravvivenza se non trattato e Khuntikeo , negli ultimi quattro anni, ha lavorato senza sosta con un team di scienziati, medici e antropologi per informare e testare gli abitanti di Isaan in merito al parassita.

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Il Messaggero