Stragi Usa, in pensione l'uomo che ha piantato 27mila croci: «Non ce la faccio più»

Stragi Usa, in pensione l'uomo che ha piantato 27mila croci: «Non ce la faccio più»
La prima l'ha piantata in memoria di Nico Contreras, un bambino di sei anni raggiunto da un colpo di pistola mentre dormiva nella sua cameretta ad Aurora nell'Illinois; le...

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La prima l'ha piantata in memoria di Nico Contreras, un bambino di sei anni raggiunto da un colpo di pistola mentre dormiva nella sua cameretta ad Aurora nell'Illinois; le ultime tre a Pensacola  in Florida, per la sparatoria in una base navale. Lì, Greg Zanis, falegname di origine greca, ha capito di non farcela più e ha detto basta: nella sua "carriera" ha piantato quasi 27mila croci - ma anche stelle di Davide e mezzelune - in tutti gli Stati Uniti per vittime di sparatorie di massa. Ma ora a 69 anni non ce la fa più. E ha deciso di passare le mano perché altri seguano quella che lui ha sempre considerato una vera e propria missione per portare conforto a chi ha perso i propri cari.


Dalla croce d'Aurora l'uomo ha attraversato l'America piantando croci per le vittime delle stragi di massa che hanno insanguinato il paese, dal massacro della scuola di Columbine nel 1999 (12 ragazzi e un insegnante ucciso) a quello nella scuola elementare Sandy Hook nel 2012 (26 morti, fra cui 20 bambini), senza dimenticare la sparatoria in una discoteca di Orlando nel 2016 (49 morti). E nel dicembre 2016, assieme a centinaia di volontari, ha portato 700 croci a Chicago per le vittime delle sparatorie nelle strade di questa città nel corso dell'anno. 


«Dopo Orlando non mi sono più fermato, ero in viaggio sulle strade quasi ogni settimana. Ho guidato per 850mila miglia (oltre 1,3 milioni di Km) per piantare croci. Dormivo nel mio camioncino e non avevo abbastanza soldi per pagare quello che facevo», ha raccontato Zanis al quotidiano The Beacon news. Aiutato da donazioni, Zanis non ha però più retto alle emozioni e alla fatica. Lo scorso agosto quando è arrivato a El Paso per la sparatoria in un centro commerciale, Zanis è svenuto nel caldo texano dopo aver appreso che altri due morti si erano aggiunti alle iniziali 22 vittime. E ai primi di dicembre, quando è arrivato a Pensacola, in Florida, per la sparatoria in una base navale (3 morti) ha capito che non poteva farcela più. Ora Zanis ha contattato la Lutheran charities di Nortbrook, che è pronta a prendere il suo posto. L'organizzazione benefica è già da tempo attiva nel portare conforto ai parenti di vittime di stragi di massa, anche con l'aiuto di cani della Confort dog mission. «Non penso sia la fine della mia missione, ma la fine di me che la porto avanti», dice Zanis, che spiega di aver voluto «diffondere amore con le croci». 
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Il Messaggero