Per mesi ha negato a familiari, amici e colleghi di essere incinta. Emmanuella Osei, 23enne originaria del Ghana trasferitasi in Pennsylvania, aveva ordito un piano di morte che...
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Emmanuella aveva lasciato una figlia di 2 anni in Ghana e da maggio dello scorso anno si era trasferita per lavorare come assistente sociale negli Stati Uniti dove vive con lo zio. Dopo mesi in cui ha negato in ogni modo di essere incinta, lo scorso 16 gennaio si è precipitata dal suo datore di lavoro dicendo di sentirsi male e chiedendo il permesso di andare via. Subito dopo, però, si è diretta nel bagno, dove ha partorito un bimbo che ha gettato nel water.
Poi, disperata e in preda al panico, ha chiamato un collega al cellulare chiedendogli di chiamare i soccorsi. Quando i medici e la polizia sono arrivati non ha mai detto loro di aver partorito, ma la scena che i soccorritori si sono trovati sotto gli occhi era inequivocabile: c’era un pezzo di cordone ombelicale sul pavimento, sangue dappertutto e, nel water, un neonato rimasto in acqua per 15 minuti. Il piccolo è stato sottoposto a massaggio cardiaco ed è stato portato in ospedale in condizioni critiche.
Dopo mesi di lotta per sopravvivere ora il bimbo sta bene ed è stato affidato a una casa famiglia. La madre, invece, è stata arrestata e nelle scorse ore è comparsa davanti ai giudici: si è dichiarata colpevole e adesso rischia fino a 10 anni di carcere. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero