«Pensavo fossero due giornalisti di Charlie Hebdo». Il giorno dopo, l'autore dell'attentato alla ex redazione del giornale satirico parigino, racconta la sua...
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Parigi, attentato vicino a Charlie Hebdo: 4 feriti
Parigi, attentato vicino all'ex sede Charlie Hebdo: le prime immagini
Gli inquirenti continuano a scavare sul presente ma anche sul passato di Hassan Alì, che continua a sostenere di avere 18 anni anche se ne dimostra parecchi di più. Era stata questa l'impressione anche dei servizi sociali che lo avevano accolto nel 2018, quando era arrivato, minorenne isolato, in Francia. Ma le indagini non hanno mai appurato realtà diverse da quelle raccontate da Alì. Che nelle descrizioni dei vicini di casa era «gentile», aiutava tutti e non aveva mai dato finora a nessuno l'impressione di una qualsiasi propensione per l'islam radicale. Agli inquirenti, secondo quanto si apprende, ha dato invece l'idea di una persona influenzata dai social, forse dall'appello di al-Qaida a tornare a colpire Charlie Hebdo, colpevole di aver ripubblicato 20 giorni fa le vignette con le caricature di Maometto in occasione dell'apertura del maxiprocesso per la strage in redazione del gennaio 2015. Alì abita nella Val d'Oise, periferia a nord di Parigi, uno dei primi focolai del Covid-19 a marzo.
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E soprattutto, sconosciuto. Ma Alì non se n'è accorto neppure durante la perlustrazione che ha raccontato di aver compiuto nei giorni precedenti l'attentato. Era incerto se attaccare con la mannaia o agire con la bottiglia di alcol che si portava nello zaino per provocare un incendio. Le telecamere video lo hanno immortalato mentre passeggiava su e giù davanti al portone della ex redazione di Charlie, passando anche davanti alle sue vittime che stavano fumando una sigaretta. All'improvviso, ha tirato fuori la mannaia e si è scagliato prima contro l'uomo, poi contro la donna.
A quel punto è entrato in scena Youssef, l'algerino che lo osservava, aveva capito cosa stava accadendo e aveva udito le grida delle vittime: «Vedo uno che corre verso la fermata della metropolitana e parto per inseguirlo - ha raccontato a Le Monde dopo essere stato rilasciato - cerco di raggiungerlo ma lo vedo sul marciapiede opposto al passaggio dei treni. Gli grido come avrebbe fatto un poliziotto, fermati. Lui mi risponde, ma non in francese. Arriva la polizia, io spiego ma loro non mi credono e mi ammanettano. Volevo fare l'eroe, mi sono ritrovato in cella». Il primo ministro Jean Castex, questa mattina, è andato a sorpresa e senza giornalisti in prefettura per rendere omaggio alla polizia e alle operazioni di ieri. L'Eliseo si è messo in contatto con le famiglie delle due vittime, che sono state operate e sono fuori pericolo. Emmanuel Macron, invece, ha fatto soltanto sapere che non si esprimerà sull'accaduto.
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Il Messaggero