La figlia di 14 mesi piange troppo, padre le chiude la bocca con la colla

La figlia di 14 mesi piange troppo, padre le chiude la bocca con la colla
Se fosse obbligatorio conseguire una "patente" per diventare genitori, il 29enne texano Johnnie Lee Carter non la otterrebbe mai. La sua totale incapacità di...

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Se fosse obbligatorio conseguire una "patente" per diventare genitori, il 29enne texano Johnnie Lee Carter non la otterrebbe mai. La sua totale incapacità di tenere sotto controllo i suoi accessi d'ira e la sua violenza, che già in passato lo aveva fatto finire nei guai per abusi domestici, questa volta ha superato ogni limite immaginabile, facendolo finire dritto in prigione. Vittima innocente della sua follia, il 16 settembre, è stata la figlia di 14 mesi, "colpevole" di piangere troppo a lungo. Esasperato e non sapendo come farla smettere, Johnnie ha cominciato a scuoterla, prendendola a pugni sulla testa e sul torace. Poi, come se non bastasse, ha deciso di tapparle letteralmente la bocca e gli occhi spalmandole sul viso una gran quantità di colla sigillante che ha semisoffocato la piccola causandole gravi danni.


Solo a quel punto, placata la furia, si è reso conto di quello che aveva appena combinato: stava per uccidere sua figlia. E in quel momento, come ogni bravo vigliacco che si rispetti, invece di restare sul posto, preoccuparsi della bimba e affrontare l'ira della moglie, è fuggito a gambe levate dalla stanza del motel di Odessa, in Texas, in cui si trovava con la famiglia. Quando i poliziotti sono intervenuti, allertati dalla moglie e da diversi clienti della struttura, hanno trovato una scena surreale: la piccola era ridotta in condizioni pietose, mentre il fratellino, un bimbo di due mesi, era semisepolto da cuscini e coperte. Portata la bambina in ospedale, dove i medici hanno faticato non poco per limitare i danni provocati dal padre, è scattata una lunga caccia all'uomo: ora finalmente è stato rintracciato, arrestato e portato in prigione nella contea di El Paso senza possibilità di cauzione. La "patente da genitore" può tranquillamente scordarsela. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero