Dopo il drammatico spiaggiamento di massa che aveva visto coinvolte decine e decine di balene, avvenuto nei giorni scorsi in Nuova Zelanda, la tragedia si è ripetuta poco...
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I cetacei, nonostante l'arrivo dei soccorsi, sono tutti morti nel giro di poche ore. La località impervia e difficile da raggiungere, se non a piedi, non ha purtroppo facilitato le operazioni di soccorso.
Lo stesso veterinario, ha raggiunto l'area con l'ausilio di un elicottero. Difficile poi, se non impossibile, riuscire a spostare le carcasse. A proposito di questo, il portavoce del Dipartimento dell'Ambiente dello stato di Victoria, Michael Turner, ha dichiarato che "l'opzione più logica è quella di affidarsi al processo naturale, affidandosi all'alta marea".
Nel frattempo, anche il mondo scientifico si interroga sull'ennesimo episodio di spiaggiamento di massa.
Due avvenimenti così ravvicinati tra loro, non soltanto in termini temporali, hanno lasciato l'amaro in bocca e mille domande. Come sia possibile che, improvvisamente, decine e decine di balene di varie specie, possano finire sulla spiaggia nel giro di pochi giorni e in aree oceaniche non molto distanti tra loro, rimane un mistero.
Sul banco degli imputati, almeno per ora ed in attesa di novità, le molteplici attività marinare e la tecnologia, sempre più invasiva, che attraversano le acque e la rotta dei giganti del mare. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero