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Scomodo anche da morto. Il cadavere di Aleksei Navalny è “scomparso”, come restano misteriose, quantomeno oscure le cause del decesso improvviso del leader dell’opposizione russa. I depistaggi non hanno risparmiato i familiari, alla ricerca delle sue spoglie, mentre centinaia di persone continuano a sfilare a Mosca davanti alla Lubyanka, l’ex sede del Kgb sovietico e ora dei servizi di sicurezza Fsb, per rendergli omaggio. Almeno 400 gli arrestati solo per aver portato un fiore sulla Pietra Solovetsky, che ricorda le vittime della repressione durante l’Unione Sovietica. Le autorità russe, riporta la Bbc, hanno messo in guardia dall’organizzare manifestazioni pubbliche nella Capitale.
Alla madre Lyudmila Navalnaya è stato comunicato che il figlio è stato colpito da una «sindrome di morte improvvisa», riporta The Guardian. La donna, accompagnata dall’avvocato, ha bussato alla porta del carcere penale IK-3, a Kharp, nel circolo polare artico, la prigione di ghiaccio dove sono rinchiusi i criminali più pericolosi. Qui le hanno consegnato un documento con l’ora del decesso: le 14.17 di venerdì e comunicato che il cadavere del figlio era nell’obitorio di Salekhard, capoluogo del distretto artico di Yamalo-Nenets a disposizione del Comitato investigativo, che ha aperto un’inchiesta. Dopo un altro viaggio di oltre 50 chilometri, «dopo aver ripetutamente telefonato a un numero che era sulla porta sbarrata si sono sentiti rispondere che il corpo non era lì», ha raccontato la portavoce di Navalny, Kira Yarmysh. Sempre secondo The Guardian alla donna sarebbe stato detto dalle autorità moscovite che la salma non sarà riconsegnata alla famiglia fino al completamento delle indagini. Ma «solo un’ora prima - ha precisato Yarmysh - gli avvocati erano stati informati della fine delle indagini e che non erano stati accertati indizi di reato. Mentono letteralmente ogni volta, facendoci girare in tondo e coprendo le loro tracce». Anche «l’embolia si è rivelata una bugia», così su X Ivan Zhdanov, direttore della Fondazione anti corruzione «non restituiscono il corpo perché la causa della morte non è stata stabilita».
Nessuno sa dove siano le spoglie dell’oppositore di Putin.
LA REPRESSIONE
Gli attivisti denunciano: «Centinaia di persone sono state portate via dalla polizia, circa 400 in 32 città diverse», fa sapere l’ong per la difesa dei diritti umani Ovd-Info. Palloncini, cuori, fiori, ceri, volti rigati, foto di Navalny e il suo messaggio: “Ne sdavaytes” (non mollate), cartelloni. E cori: «Vergogna, vergogna». La polizia ha risposto con aggressioni e arresti, non ha risparmiato un’anziana donna, giornalisti, reporter e a San Pietroburgo un prete ortodosso Grigory Mikhnov-Vaitenko, che voleva celebrare una Messa sulla pubblica piazza per Navalny. A Mosca erano stati deposti fiori anche al ponte Moskvoretsky, dove 8 anni fa venne ucciso l’oppositore Boris Nemtsov. «Navalny ucciso a sangue freddo e il colpevole è una feccia disgustosa di nome Vladimir Putin che sa solo come rubare, uccidere e fare la guerra», ha detto Evghenia Kara-Murza, giornalista, moglie di Vladimir Kara-Murza, esponente di spicco dell’opposizione russa, che è sopravvissuto a tentativi di avvelenamento ed è detenuto in una colonia penale a regime speciale di Omsk, condannato a 25 anni di carcere per tradimento e diffusione di notizie false sulle forze armate.
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Il Messaggero