Brucia un altro gioiello dell'arte gotica in Francia, la cattedrale di Nantes. Fiamme meno violente e distruttrici di quelle che avvolsero nella primavera dell'anno scorso...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Nantes, la cattedrale centenaria sopravvissuta a bombardamenti e incendi
Oltre un centinaio di pompieri sono accorsi da tutta la regione, i primi non hanno esitato a sfondare a colpi di ascia una porta per intervenire immediatamente. Tutti gli sforzi sono stati concentrati sull'oggetto più a rischio, il grande organo che aveva preso fuoco per primo. Poi si sono occupati di proteggere le opere d'arte che arricchiscono le navate della cattedrale. Le prime comunicazioni tranquillizzanti sull'andamento dell'incendio arrivavano alle 10 da Laurent Ferlay del servizio incendi del dipartimento: «Non siamo di fronte a uno scenario alla Notre-Dame», ha esordito, annunciando che le fiamme erano circoscritte.
Dopo mezzogiorno «incendio domato», hanno annunciato i pompieri, ancora attenti alla presenza di parti di edificio «incandescenti». A cambiare completamente prospettiva è entrato in scena Pierre Sennès, il procuratore della Repubblica di Nantes, annunciando che gli inquirenti avevano appena ritrovato «tre inneschi di fuoco», uno accanto all'organo e gli altri due ai lati della navata. «Non è il frutto del caso - ha aggiunto esplicitamente -, i tre inneschi erano piuttosto lontani uno dall'altro». Sull'onda dell'emozione e della selva di microfoni e telecamere che lo hanno circondato per tutto il giorno, lo stesso Sennès è arrivato a paragonare le tre «sorgenti di fuoco» a una «firma».
Qualche ora dopo, nel pomeriggio, lo stesso procuratore ha però moderato il suo impeto: «Non sono state trovate tracce di effrazione all'esterno della cattedrale per il momento», anche se si è in attesa di un perito specializzato in arrivo da Parigi. Dovrà «interpretare» gli inneschi e provare a capire se siano dolosi o legati, ad esempio, ad un guasto elettrico. A pagare il prezzo più alto è stato il grande organo, «interamente distrutto» secondo i pompieri e in base alle prime immagini diffuse. La pedana sulla quale era poggiato è stata anch'essa avvolta dalle fiamme e il suo stato è «instabile». «Il grande organo è completamente scomparso - ha detto uno dei pochi che ha avuto accesso all'interno, padre Francois Renaud - è davvero impressionante, una perdita inestimabile».
Si trattava di un prezioso strumento del XVII secolo, finito in cenere come diverse vetrate e un dipinto del XIX secolo firmato da Hippolyte Flandrin. Sul posto è arrivato Jean Castex, il premier, con il ministro dell'Interno Gerald Darmanin, accompagnato dalla solita contestazione delle femministe per la denuncia di violenza sessuale a suo carico, e dalla ministra della Cultura, Roselyne Bachelot. Castex ha affermato di «non disporre di alcun elemento preciso di informazione». Ha garantito che lo Stato farà tutta la sua parte nella ricostruzione. Macron ha pianto, in un tweet, «un altro gioiello gotico» della Francia. Insorge l'estrema destra, cominciando con il sovranista Philippe de Villiers: «La decivilizzazione è in cammino. Durante il lockdown le chiese erano chiuse. Adesso bruciano».
«Piena luce deve essere fatta», ha chiesto in un tweet Marine Le Pen, mentre il deputato ed avvocato Gilbert Collard, uno dei suoi principali sostenitori, si spinge più in là: «Non trovate che con i tempi che corrono gli edifici della cristianità brucino molto?».
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero