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Nahel M., il ragazzo ucciso martedì scorso dopo un controllo stradale nel sobborgo parigino di Nanterre, aveva 17 anni. Era iscritto a un corso di formazione professionale per diventare elettricista e racimolava soldi facendo il fattorino delle pizze.
La morte di Nahel che ha fatto scoppiare la rivolta in Francia
Nahel era al volante di una Mercedes AMG con altre due persone a bordo, probabilmente minorenni (uno è stato fermato subito dopo la sparatoria, l'altro è scappato ed è ancora ricercato). È stato fermato da due agenti. Quando il poliziotto gli ha puntato contro una pistola lui è ripartito e il poliziotto ha aperto il fuoco. Il diciassettenne è stato colpito al cuore. Nahel si è schiantato contro un palo poco più avanti ed è morto. L'agente, 38 anni, nel frattempo è stato arrestato con l'accusa di omicidio. Secondo la versione delle forze dell'ordine, il poliziotto sarebbe stato costretto ad aprire il fuoco: Nahel avrebbe forzato il posto di blocco non rispettando l'ordine della polizia di fermare la sua auto. Il procuratore che segue le indagini ha riferito che quell'auto era già stata vista sfrecciare poco prima dagli agenti che si si sono anche messi all'inseguimento attivando i lampeggianti, ma senza successo. Sostengono che abbia violato più volte il Codice della Strada, attraversando un passaggio pedonale e mettendo in pericolo un passante e un ciclista. Hanno infine raggiunto il finestrino dell'auto guidata da Nahel a un semaforo, dopo essere scesi dalle moto. A quel punto, hanno estratto le armi d'ordinanza per dissuaderli dal ripartire. C'è anche un video girato da un passante e poi condiviso sui social network. È stato pubblicato su Twitter martedì mattina, due ore dopo la sparatoria ed è diventato virale. Si vedono i due agenti all'altezza del finestrino del conducente che cercano di farlo accostare. Uno di loro che punta la pistola contro l'autista. Non si distinguono benissimo le parole che si scambiano agente e autista. E infine si vede l'auto che riparte e il colpo esploso dal poliziotto.
Il secondo passeggero che era in auto con Nahel e che è in fuga da tre giorni sta parlando sui social. «Abbiamo deciso di fare un giro a Nanterre - ha raccontato - dopo qualche minuto ci siamo ritrovati sulla corsia degli autobus e ho visto delle motociclette con i poliziotti che ci seguivano». Secondo il ragazzo, il primo poliziotto che ha fermato l'auto ha chiesto a Nahel di abbassare il finestrino: «gli ha detto "spegni il motore o ti sparo". Gli ha dato un primo colpo con il calcio della sua arma. Poi è arrivato il secondo poliziotto e anche lui gli ha sferrato un colpo».
Chi era Nahel tra il rugby e la scuola
Nahel era figlio unico, è stato cresciuto da sua madre nel quartiere Vieux-Pont di Nanterre, come riporta Le Parisien. Si racconta che negli ultimi tempi marinasse spesso la scuola ma che fosse comunque un bravo ragazzo con «la volontà di inserirsi socialmente e professionalmente, perché non era uno che si guadagnava da vivere con lo spaccio o che si dedicava alla piccola criminalità», ha detto a Le Parisien Jeff Puech, il presidente di un club dove Nahel giocava a rugby.
Secondo i suoi avvocati, Nahel M. era «molto amato» nel suo quartiere. Sua nonna Nadia ha ricordato con commozione che aveva «solo 17 anni» e ha dipinto il ritratto di un «ragazzo gentile e buono».
L'ultimo bacio alla mamma martedì mattina
La mamma in un video parla dopo aver saputo che Nahel è morto. «Questa mattina - ha detto - mi ha dato un grande bacio, mi ha detto: "Mamma, ti voglio bene". Io gli ho detto: "Ti voglio bene, abbi cura di te". Un'ora dopo, cosa ho sentito? Che avevano sparato a mio figlio. Cosa devo fare? Era la mia vita, era il mio migliore amico, era mio figlio, era tutto per me. Eravamo complici in modo incredibile».
Nahel, cosa dicono gli avvocati
Gli avvocati di Nahel M. insistono sul fatto che il ragazzo non avesse precedenti penali. Questo non significa che non abbia mai avuto a che fare con la polizia o con la legge. Secondo le informazioni fornite a BFMTV da una fonte vicina alle indagini, i fatti che lo riguardano sono registrati nell'archivio TAJ (traitement d'antécédents judiciaires), il sistema di elaborazione dei documenti giudiziari.
Questo sistema è completamente diverso dal casellario giudiziario, poiché vi sono registrati sia le vittime che gli imputati. Inoltre, una persona può essere registrata nel TAJ anche se non è stato avviato alcun procedimento penale o se il caso è stato archiviato.
«Il mio cliente aveva 17 anni, lavorava, faceva il fattorino e oggi gli hanno sparato, questo è ciò che sappiamo con certezza», ha replicato l'avvocato della famiglia, Yassine Bouzrou, a BFMTV. E ha aggiunto: «Essere conosciuti dalla polizia non significa assolutamente nulla».
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Nel settembre 2022, il giovane è stato portato davanti al giudice del tribunale dei minori per un rifiuto di adempiere risalente al gennaio dello stesso anno, secondo una fonte vicina alle indagini. In quell'occasione, il tribunale ordinò una misura educativa. È stato rilevato poi un altro evento, molto recente, avvenuto lo scorso fine settimana. La vittima è stata presa in custodia sabato, per resistenza all'arresto. Domenica è stato portato davanti al pubblico ministero, che lo ha convocato a comparire davanti al tribunale dei minori nel settembre 2023. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero