Per il 55eenne britannico Christopher Swales quel volo sul Gran Canyon con tanto di lancio con il paracadute era il dono più bello che la moglie potesse fargli. A settembre...
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La polizia ha chiuso il caso archiviandolo come incidente, ma ora da un rapporto degli investigatori è emerso che nel paracadute c'erano numerosi buchi che erano stati rattoppati e cerchiati con un pennarello. Senza contare che il salto è avvenuto con un vento di 27 miglia all'ora, 2 miglia all'ora in più rispetto a quanto consentito per un salto nel Regno Unito. Come si legge nella ricostruzione dell’incidente, Swales e il suo istruttore hanno avuto dei problemi in fase di avvicinamento al suolo. McGonagle è sopravvissuto, mentre Swales è stato trovato in stato di incoscienza: poco dopo il ricovero in ospedale è morto.
Il volo era stato acquistato come parte di un pacchetto tramite la società Paragon Skydive. Da allora la polizia degli Stati Uniti ha chiuso il caso e catalogato la morte di Swalescome "incidente", con la compagnia di paracadutisti che insisteva: «Tutte le apparecchiature funzionavano correttamente al 100% ed erano a norma». La società che organizza i voli e i lanci ha scaricato le colpe su McGonagle che, secondo loro, si è fatto prendere dal panico quando ha mancato il punto di atterraggio. Cosa sia successo davvero e di chi siano le responsabilità rimane ancora avvolto nel mistero, mentre c’è una famiglia che chiede solo di sapere la verità. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero