Morto suicida il capitano della squadra di calcio thailandese rimasta intrappolata in una grotta nel 2018: «Non ha retto la pressione dei media»

Trovato in fin di vita lo scorso febbraio nel college in Gran Bretagna in cui studiava, Duangphet Phromthep era rimasto 9 giorni in trappola con i compagni

Dopo mesi è arrivata la conferma. Duangphet Phromthep, capitano della squadra di calcio thailandese, intrappolato per diversi giorni in una grotta nel 2018, e trovato morto...

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Dopo mesi è arrivata la conferma. Duangphet Phromthep, capitano della squadra di calcio thailandese, intrappolato per diversi giorni in una grotta nel 2018, e trovato morto in una scuola del Regno Unito lo scorso febbraio, si sarebbe suicidato. A seguito di un'inchiesta durata mesi, sembra infatti che il ragazzo non abbia retto il clamore mondiale e la pressione dei media dopo quell'episodio.

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La vicenda

Il suo corpo era stato trovato privo di sensi al Brooke House College di Market Harborough, nel Leicestershire, lo scorso 12 febbraio. Duangphet Phromthep, capitano della squadra di calcio thailandese rimasto intrappolato nella grotta di Tham Luang per diversi giorni nel 2018, morì poi dopo due giorni di agonia al Kettering General Hospital. Dopo mesi di inchieste, è arrivata poi la terribile notizia: Duangphet si sarebbe infatti suicidato. ​Nel verbale dell'inchiesta, la professoressa Catherine Mason ha dichiarato: «Il signor Phromthep non era noto ai servizi di salute mentale e non si sa perché abbia intrapreso le azioni che ha compiuto. Non poteva essere previsto né evitato. L'indagine della polizia non ha trovato prove di coinvolgimento di terzi o circostanze sospette».

Conosciuto come Dom, Duangphet Phromthep era diventato famoso per essere il capitano della squadra di football «The Wild Boars», o «Moo Pa», in tailandese. Insieme ai suoi compagni di squadra, il ragazzo era rimasto intrappolato in una grotta dopo che un'improvvisa tempesta ne aveva bloccato l'uscita. Sono stati nove i giorni passati dai ragazzi e dal loro allenatore 25enne nella caverna, prima di essere salvati grazie ad un'operazione internazione di ricerca e salvataggio che ha coinvolto moltissime persone.

Dopo la scoperta, il preside del college Ian Smith ha dichiarato: «La nostra intera comunità universitaria rimane unita nel dolore alla famiglia, agli amici e agli ex compagni di squadra di Dom. Come college, la salute e il benessere dei nostri studenti sono la nostra priorità assoluta. Disponiamo di robusti sistemi di salvaguardia che ci consentono di fornire un supporto adeguato agli studenti quando necessario, e manteniamo questi sistemi sotto costante revisione in modo da poter fare tutto il possibile per fornire il supporto necessario a ogni bambino. Dopo questa tragedia, il nostro team pastorale dedicato ha continuato a fornire sostegno a studenti e colleghi. Dom rimarrà sempre parte della famiglia Brooke House e ci mancherà moltissimo».

Come riporta «la Repubblica», tra le motivazioni che avrebbero spinto il ragazzo a togliersi la vita ci sarebbe la troppa pressione. Sembra infatti che il ragazzo non abbia retto il clamore mondiale e la pressione dei media dopo quell'episodio.

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Il Messaggero