Taiwan invia componenti missili in Svizzera per manutenzione, ma vengono riparati in Cina. Proteste di Taipei

Sospetti e preoccupazione per la riparazione in territorio cinese dei componenti utilizzati per le misurazioni di lancio per i missili anti-nave Hsiung-Feng III

Taiwan invia componenti missili in Svizzera per manutenzione, ma vengono riparati in Cina. Proteste di Taipei
Taiwan invia dei dispositivi militari utilizzati per i propri missili ad essere riparati in Svizzera. Ma quando i componenti ritornano sull'isola arriva la sorpresa: sono...

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Taiwan invia dei dispositivi militari utilizzati per i propri missili ad essere riparati in Svizzera. Ma quando i componenti ritornano sull'isola arriva la sorpresa: sono stati sistemati in Cina. Destando sospetti, preoccupazione e proteste da Taipei, visto i rapporti affatto idilliaci con Pechino. A raccontare i fatti è la Bbc.

 

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Taiwan e i dispositivi riparati in Cina

Taiwan chiede infatti più sicurezza visto quanto avvenuto per la sistemazione di uno strumento ottico utilizzato per le misurazioni di lancio per i missili anti-nave Hsiung-Feng III. Da Taipei il componente era stato spedito al suo produttore in Europa. Poi è ritornato a Taiwan dalla provincia di Shandong, nella Cina orientale, secondo quanto riferito dai media taiwanesi citate dalla Bbc. Lo sviluppatore di missili taiwanese, il National Chung-Shan Institute of Science and Technology, ha sottolineato che il dispositivo è stato spedito in Svizzera dalla società che lo aveva originariamente fornito all'esercito taiwanese. Da lì è stato "deviato" per la riparazione presso il centro di manutenzione asiatico del produttore nella città cinese di Qingdao. L'istituto ha affermato di aver rimosso le schede di memoria prima di inviarlo in Europa e di aver anche eseguito controlli di sicurezza delle informazioni sul dispositivo dopo il suo ritorno e di non «avere preoccupazioni per possibili fughe di informazioni».

 

Le tensioni

Ma da tempo ormai i rapporti tra Cina e Taiwan sono deteriorati, con Pechino che vede l'isola come parte del suo territorio e ha più volte minacciato di annetterla con la forza se necessario.  Su Tzu-yun dell'Istituto di ricerca sulla sicurezza della difesa di Taiwan ha affermato che i dispositivi ottici non erano componenti missilistici diretti, ma ha comunque sottolineato come Taiwan debba comunque stare più attenta nella gestione delle armi: «Taiwan deve essere più severa e attenta nella gestione dei contratti - ha affermato - Ovviamente non vorremmo che tali apparecchiature venissero inviate in Cina per la riparazione».

 

I precedenti

Lo strumento, viene utilizzato per misurare la posizione geografica precisa per i lanci di missili, nonché l'angolo e la direzione dei lanciatori, ha affermato il dottor Su. Non è la prima volta che vengono sollevate preoccupazioni sulla sicurezza del programma missilistico di Taiwan. L'anno scorso, tre persone di due fornitori taiwanesi sono state condannate da quattro a 10 anni di carcere per aver utilizzato prodotti provenienti dalla Cina per contraffare componenti missilistici che si supponeva fossero fabbricati da produttori statunitensi.

 

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Il Messaggero