Migliori amiche separate dall'Olocausto si ritrovano dopo 82 anni: «Lei era sempre nella mia mente»

Sia Ana María Wahrenberg che Betty Grebenschikoff, fuggite da Vienna nel 1939, temevano che la propria compagna di scuola fosse morta nell'Olocausto

Migliori amiche d'infanzia separate dall'Olocausto si ritrovano dopo 82 anni: «Lei era sempre nella mia mente»
Ana María Wahrenberg e Betty Grebenschikoff erano migliori amiche inseparabili quando si salutarono per l'ultima volta nel cortile di una scuola tedesca nel maggio...

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Ana María Wahrenberg e Betty Grebenschikoff erano migliori amiche inseparabili quando si salutarono per l'ultima volta nel cortile di una scuola tedesca nel maggio del 1939. Ora un caldo abbraccio le ha riunite, 82 anni dopo.

Migliori amiche separate a 9 anni, di nuovo insieme

Le due compagne di scuola sono state separate a soli nove anni quando le loro famiglie ebree sono state costrette a fuggire dai nazisti e da allora hanno vissuto nel timore che l'altra fosse morta nella Shoa. Lo scorso 5 novembre le 91enni si sono finalmente riunite in una stanza d'albergo di St Petersburg, in Florida, grazie alla USC Shoah Foundation, un'organizzazione no-profit fondata da Steven Spielberg che registra e conserva i ricordi audiovisivi dei sopravvissuti all'Olocausto.

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Betty era una dei 20.000 ebrei europei che si stabilì a Shanghai, mentre Ana Maria e la sua famiglia fuggirono a Santiago, in Cile. Entrambe avevano cercato di trovare la propria migliore amica, ma solo quando un indicizzatore della fondazione ha notato somiglianze nei loro account si sono finalmente ricollegate. «Sembrava di tornare a casa», «era sempre nella mia mente. Abbiamo avuto questa sensazione, come se ci appartenessimo davvero», ha detto Betty al Washington Post dopo l'incontro.

«È stato molto emozionante», ha raccontato Ana Maria. «Era come se non fossimo mai state separate. È stato molto speciale come due persone, dopo 82 anni, si amino ancora». Le due, entrambe vedove, hanno raccontato di aver poi trascorso quattro giorni insieme a fare shopping, parlare, mangiare e bere champagne. «Non siamo le ragazze che eravamo quando avevamo nove anni, questo è certo, ma continuavamo a ridacchiare come se fossimo bambine», ha detto Betty al Post. «È stata una tale gioia per entrambe». Betty ha affermato che la loro riunione dimostra come «da una brutta esperienza possono nascere cose buone. Era il lato positivo di tutti i lati positivi. È stata la realizzazione di un sogno».

 

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Il Messaggero