Arrestata lady Huawei, da segretaria a star hi-tech e all'estero si fa chiamare Sabrina

Arrestata lady Huawei, da segretaria a star hi-tech e all'estero si fa chiamare Sabrina
Nel mondo occidentale la conoscono come Sabrina o Cathy, in Cina come la Principessa di Huawei. Meng Wanzhou, 46enne direttrice di finanziaria del colosso di Shenzen arrestata...

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Nel mondo occidentale la conoscono come Sabrina o Cathy, in Cina come la Principessa di Huawei. Meng Wanzhou, 46enne direttrice di finanziaria del colosso di Shenzen arrestata ieri dalle autorità statunitensi, è il nuovo volto della tech war in corso tra Stati Uniti e Cina. Sabrina, come pare preferisca essere chiamata, non è solo la responsabile delle finanze e la vice presidente di Huawei, soprattutto è la figlia del fondatore dell'azienda asiatica Ren Zhengfei, uno degli uomini più importanti della Cina nonché ex ingegnere dell'esercito di Liberazione Popolare di Pechino e membro eletto del 12 ° Congresso Nazionale del Partito Comunista.


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INFLUENZA
In altre parole Meng è una delle figure femminili di spicco all'interno della sempre più nutrita élite cinese, come riconosciuto anche da Forbes che, nel 2017, l'ha inserita all'ottava posizione tra le più influenti donne cinesi. La 46enne, che porta il cognome della madre secondo la tradizione delle famiglie di alto rango del Paese, è anche da molti considerata la vera erede del settantaquattrenne Zhengfei, nonostante questo abbia spesso dichiarato che nessuno dei figli sapesse prendere il suo posto.
Dopo un breve periodo in una banca di investimenti, è entrata in Huawei con il ruolo di segretaria nel 1993. Vale a dire a 6 anni dalla nascita del gruppo a Shenzhen, capitale del Guandong, sud-est del Paese, che poi diverrà simbolo del cambiamento voluto da Deng Xiaoping. Un cambiamento che Huawei, anche grazie a Meng che intanto si era laureata all'Università di Huazhong di Scienze e Tecnologia, è riuscita a cavalcare prima nella modernizzazione delle infrastrutture di telecomunicazione poi approfittando della strategia di sostegno ai produttori nazionali che Pechino scelse di adottare dal 1996.

Da quel punto in poi è iniziata l'ascesa globale del colosso cinese che - nonostante le accuse di collaborazionismo con il Governo - è riuscito ad imporsi come secondo produttore mondiale di smartphone e una delle aziende più avvantaggiate nella corsa alla costruzione delle infrastrutture per il 5G.
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Il Messaggero