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L'ultimatum russo ai difensori di Mariupol è scaduto. Ma non c'è stato alcun segnale di resa delle forze ucraine asserragliate nell'acciaieria Azovstal da cui è arrivato un appello disperato. «Il nemico è dieci volte più numeroso di noi, queste potrebbero essere le nostre ultime ore di vita», ha detto un ufficiale di Kiev chiedendo alla comunità internazionale di «estrarli» da lì.
Mariupol, le ultime ore: l'appello del comandante
L'appello è stato lanciato prima che l'ultimatum scadesse. «Ci rivolgiamo a tutti i leader mondiali e li preghiamo di aiutarci. Chiediamo loro di utilizzare la procedura di estrazione e di portarci nel territorio di un Paese terzo», scrive su Facebook il comandante Sergiy Volyna della 36ma brigata della marina nazionale ucraina. L'esercito russo ha «il vantaggio nell'aria, nell'artiglieria, nelle forze di terra, nell'equipaggiamento e nei carri armati. Difendiamo soltanto un punto, la fabbrica Azovstal, dove oltre ai soldati ci sono anche i civili che sono diventati vittime di questa guerra», prosegue il militare da Mariupol.
«I nostri uomini non deporranno mai le armi»
Al Washington Post, Volyna ha ribadito che i suoi uomini «non deporranno mai le armi e continueranno a svolgere le loro missioni di combattimento fino a quando riceveranno ordini».
La tragedia nei sotterranei
La situazione degli asserragliati, alcuni feriti, è «tragica, nei sotterranei la gente sta male, non ci sono medicine», afferma spiegando che combattenti e civili sono rifugiati nel sistema di tunnel dell'enorme impianto siderurgico, uno dei più grandi d'Europa, per avere una certa protezione. Il comandante non fornisce il numero esatto dei combattenti, che comprendono anche i membri del reggimento nazionalista di Azov. Senza possibilità di ricevere aiuti dall'esterno, militari e civili possono contare soltanto sulle proprie forze per sopravvivere, spiega ancora Volyna che afferma di dormire solo due o tre ore a notte. «Raccogliamo l'acqua, ci aiutiamo gli uni con gli altri il più possibile, tutti sono pronti ad andare avanti come un sol uomo», afferma, sottolineando che «siamo consci di tutto, comprendiamo la situazione e continueremo a combattere».
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Il Messaggero