Marina Ovsyannikova, la reporter russ anti-guerra assunta dal giornale tedesco Die Welt

Si era pubblicamente opposta all'invasione russa dell'Ucraina irrompendo lo scorso 14 marzo nello studio del telegiornale serale di Canale Uno e mostrando un cartello di...

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Si era pubblicamente opposta all'invasione russa dell'Ucraina irrompendo lo scorso 14 marzo nello studio del telegiornale serale di Canale Uno e mostrando un cartello di protesta. Ora la giornaista no-war Marina Ovsyannikova è stata assunta dal giornale tedesco Die Welt. Lo ha annunciato il proprietario del quotidiano, Axel Springer, che ha precisato: «Riferirà per il cartaceo e per il canale di notizie TV di Die Welt da Ucraina e Russia».

«Ovsyannikova ha avuto il coraggio, in un momento decisivo, di far confrontare gli spettatori russi con la realtà», ha detto il direttore del gruppo Welt, Ulf Poschardt, aggiungendo che con il suo gesto, la giornalista, «ha difeso la professione, nonostante la censure». La giornalista era stata arrestata e poi rilasciata dalle forze dell'ordine russe, dopo aver mostrato un cartello contro la guerra alle spalle di una collega che stava conducendo il telegiornale.

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«Quando è iniziata la guerra, fin dal primo giorno, avevo deciso di licenziarmi dal primo canale perché capivo che i miei punti di vista non corrispondevano alla politica redazionale. All'inizio volevo andare a manifestare in piazza ma già allora era entrata in vigore la nuova legge e si poteva finire per 15 anni in prigione. Allora è nata l'idea di fare una cosa diversa, una manifestazione davanti a tutto il mondo per far vedere che la gente russa è contro la guerra», aveva rivelato a Che Tempo Che Fa, su Rai3. Al tempo la giornalista aveva raccontato della solitudine a cui il coraggioso gesto l'aveva costretta. «Mi sento sola, perché dopo questo incidente alla televisione nessuno mi ha chiamato, mi ha scritto una sola persona sola e mi ha mandato una parola di sostegno, ma tra persone più vicine a me nessuno mi ha chiamato». Oggi per lei la grande notizia.

 

 

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Il Messaggero