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NEW YORK È alta otto metri, e pesa 15 tonnellate. Impossibile non vederla. Ed è questo l‘elemento che più irrita un folto gruppo di contestatori che ha fatto ricorso in tribunale per spostare la statua di Marilyn Monroe che gli amministratori della cittadina californiana di Palm Springs hanno collocato nel bel mezzo della strada che porta al Palm Springs Art Museum. Il consiglio comunale della città è sicuro che «Forever Marilyn» diventerà un’attrazione turistica, e aiuterà nella ripresa post-pandemia. I contestatori sono divisi in due squadre. Da una parte ci sono coloro che trovano la statua in stile pop eccessiva e fuori luogo davanti al sobrio museo in stile modernista disegnato da Emerson Stewart Williams. Dall’altra parte ci sono i sostenitori di #MeToo che giudicano la statua un esempio di sessismo e contestano l’idea di esporre ai flash dei turisti le parti intime della grande attice, seppure coperte da mutande bianche.
La statua è firmata da John Seward Johnson II, uno degli eredi della fortuna Johnson&Johnson, un artista venuto a mancare l’anno scorso il cui lavoro nel passato è stato definito sul Washington Post «molto, molto brutto». “Forever Marilyn” riproduce uno dei momenti iconici del cinema hollywoodiano, tratto dalla commedia romantica del 1955 “Quando la moglie è in vacanza”.
In omaggio al fatto che l’attrice andava spesso in vacanza nella cittadina nel deserto, “Forever Marilyn” è stata già ospite di Palm Springs per due anni, dal 2012 al 2014, ma in un parco. La statua è stata anche esposta a Chicago, e a Hamilton, nel New Jersey, e infine a Stamford, nel Connecticut, e anche qui ha causato simili polemiche, poichè era piazzata in modo che il suo fondo schiena era la prima cosa che i fedeli della First Congregational Church vedevano uscendo dalla messa. Dal 2018 la statua di Marilyn era conservata in un magazzino, smontata. Nel 2019, il sindaco della cittadina californiana ha annunciato che sarebbe tornata nella città, grazie all’aiuto di un consorzio di proprietari di alberghi che l’hanno acquistata e messa a disposizione, convinti che il pubblico l’apprezzerà. La causa dei contestatori però non è ancora stata discussa, e l’appuntamento in tribunale è per il 20 luglio.
Il Messaggero