«Goodbuys, then goodbye!». Dopo FAO Schwarz, il negozio di giocattoli più famoso di New York chiuso l'anno scorso, la Big Apple perde un altro simbolo....
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Forever 21 dichiara bancarotta, il colosso del fast fashion chiede il Chapter 11
Per decenni Barneys è stato una parte essenziale dello shopping a Manhattan. Protagonisti, essi stessi, delle fiction di grande successo delle tv, come "Will and Grace" e "Sex and the City'" gli otto piani della flagship su Madison Avenue hanno fatto conoscere agli americani griffe come Armani, Alaia, Comme des Garcons, Louboutin e Zegna. Oggi, negli stessi locali disegnati dall'architetto Peter Marino all'inizio degli anni Novanta, si respira l'aria del fallimento: divani danneggiati, bagni rotti, commesse incerte su cosa ha in serbo il futuro. Gli sconti sono per ora sull'ordine del cinque, dieci per cento: questo spiega perchè in tutto il negozio i manichini siano più numerosi dei clienti.
Vittima anche del caro affitti a Manhattan, Barneys aveva gettato la spugna in agosto facendo ricorso alla bancarotta assistita. L'accordo da 271 milioni di dollari, ha dato a Abg ha il controllo di un brand protagonista dal retail di Manhattan dal 1923 e la possibilità di portarlo in esclusiva a Saks Fifth Avenue. Dopo la liquidazione tutte le filiali di Barneys saranno vendute, tranne l'ammiraglia su Madison che resterà aperta nel 2020 come pop up store. Quando Barneys ha aperto la procedura della bancarotta tra i creditori non assicurati c'erano nomi iconici della moda come Yves Saint Laurent, Balenciaga, Celine, Gucci, Prada. Gli sconti dovrebbero aumentare nel corso dei saldi, che proseguiranno fino a febbraio, «sulla base di una formula matematica che tiene conto della storia delle vendite per uno specifico oggetto e un senso della sua desiderabilità», ha spiegato Scott Carpenter che cura i saldi per conto di B. Riley: «Non stiamo parlando diToys »R« Uso Payless Shoe», altre due catene finite di recente in bancarotta: «Qui abbiamo capi di designer molto esclusivi, di alta gamma». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero