Appena 24 ore prima aveva promesso che non si sarebbe mai arresa, che avrebbe lottato fino alla fine pur di avere giustizia per la morte di sua figlia Kelly, deceduta a 33 anni...
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Nell’ultima udienza per la morte di Kelly Slater era emerso che la donna si stava scattando un selfie con il cellulare mentre guidava un go-kart. Improvvisamente aveva perso il controllo del mezzo, che viaggiava a 30 chilometri orari, ed era precipitata per 16 metri in un dirupo, atterrando nella proprietà di una fattoria. Durante l’udienza Barbara aveva detto che sua figlia era una "mamma incredibile" e che lei non avrebbe mai smesso di cercare le risposte alle sue domande: «Abbiamo solo l'impressione che i nostri quesiti rimangano inascoltati - aveva detto - Riteniamo che siano state coperte le responsabilità in materia di sicurezza dei proprietari della pista. Non c’erano pneumatici di sicurezza in quella curva. Se ci fossero state delle gomme su tutta la pista Kelly sarebbe rimasta ferita, ma sarebbe ancora qui per raccontare la sua storia. Non abbiamo avuto aiuto dalla polizia spagnola e non abbiamo nemmeno sentito parlare i responsabili della pista. Niente condoglianze, nessun risarcimento. Gli ultimi due anni sono stati incredibilmente difficili. Nessuna risposta. Nessuna giustizia. Questa inchiesta è stata una perdita di tempo, ma combatteremo sempre per Kelly».
L'amica di famiglia Sara Nicholls ha detto che tutti quelli che conoscevano e amavano Barbara sono tutti sotto choc: «Barbara era rimasta delusa dal risultato dell'inchiesta e sentiva che c’erano molte domande senza risposta. Stava bene dopo che avevamo lasciato il tribunale e sapevamo tutti che non avrebbe mai rinunciato a combattere per avere giustizia. È morta di crepacuore, voleva raggiungere Kelly». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero