Lasciarsi morire di fame e obbligare le proprie figlie a fare altrettanto. È accaduto a Vienna e l'agghiacciante ipotesi degli inquirenti...
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Nelle scorse settimane nessuno si era reso conto del dramma che si stava consumando dietro questa porta di un pulito e ordinato condominio popolare. Il terribile ritrovamento è stato fatto martedì scorso. A chiamare la polizia sono stati i vicini, attratti dal cattivo odore che arrivava dall'abitazione.
Un delitto è stato subito scartato dagli inquirenti, che in un primo momento hanno preso in considerazione un malore oppure morte per avvelenamento. Poi l'incredibile esito dell'autopsia: le tre donne sono morte di fame. «Sembra che si tratti di un atto voluto», ha comunicato un portavoce della polizia della capitale austriaca. Nell'abitazione non sono stati trovati alimenti e nessuna delle tre donne aveva chiesto aiuto. Dietro alla morte della madre e delle gemelle si nasconde una storia di disagio estremo, difficilmente immaginabile nella città che da anni guida le classifiche internazionali sulla qualità di vita.
I decessi - è stato stabilito dai medici legali - risalgono a fine marzo-inizio aprile. «L'esame tossicologico non ha rivelato tracce di avvelenamento», hanno precisato gli inquirenti. La triste verità è che la famiglia in passato era seguita, ma poi è stata persa di vista, dai servizi sociali. Le ragazze - afferma una responsabile comunale - erano «timide e tranquille» con «difficoltà di apprendimento», ma giudicate non bisognose di aiuto. Dall'autunno 2017, con la fine dell'obbligo scolastico, non frequentavano più la scuola. I servizi sociali avrebbero offerto assistenza alla madre che non vi ha però mai fatto ricorso. La donna in passato avrebbe manifestato preoccupazioni economiche, ma poi non si sarebbe più rivolta all'assistenza.
Come è prassi in Austria, gli inquirenti per tutelare la privacy hanno fornito pochissime informazioni sulla famiglia. Si è appreso comunque che fosse di origine straniera e che la madre in passato soffrisse di patologie psichiche e fosse stata più volte ospite di una struttura protetta. Resta inspiegabile il fatto che tutte e tre si fossero isolate in questo modo dal mondo, senza chiedere aiuto a nessuno, scegliendo di morire liberamente, come un suicidio, ma di fame. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero