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I soldati gettano a terra le bandiere della Federazione russa e fanno sventolare quelle azzurre e gialle del loro Paese. L’Ucraina annuncia il «pieno controllo» di Lyman, snodo logistico cruciale per le forze russe dispiegate a sud est. In un video pubblicato su Telegram, il Presidente Volodymir Zelensky informa che le truppe sono entrate in città oggi poco dopo mezzogiorno. «La bandiera ucraina è a Lyman. In questa settimana abbiamo piantato numerose bandiere ucraine nel Donbass. Tra una settimana ce ne saranno ancora di più», promette Zelensky. Che nel suo messaggio serale di ieri ha lanciato un monito ai russi. «Finché non risolvete il problema con colui che ha iniziato questa guerra insensata sarete uccisi uno per uno, facendo da capri espiatori, per non ammettere che il conflitto in corso è un errore storico per la Russia». Gli ultimi successi della controffensiva ucraina nel Donbass, aggiunge, sono un avvertimento: «Lì hanno già iniziato a addentarsi: cercano i colpevoli, accusando alcuni generali di fallimenti. Questa è la prima campana che dovrebbe essere ascoltata a tutti i livelli del governo russo».
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La ritirata
Accerchiate dalle forze ucraine, le milizie russe sono state costrette a ritirare le truppe dalla città che hanno utilizzato come hub di prima linea, snodo strategico per i trasporti, per le comunicazioni di terra e la logistica. Una base d’appoggio fondamentale per le operazioni nel Donbass settentrionale. «Lyman è determinante perché costituisce un’opportunità di proseguire verso Kreminna e Severodonetsk ed è molto importante anche dal punto di vista psicologico», sottolinea Serhii Cherevatyi, portavoce del comando militare orientale ucraino. Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti, Lloyd Austin, si è detto «molto incoraggiato» dalla riconquista della città: si tratta di un passo avanti militare molto importante per Kiev, spiega, poiché taglia le linee di rifornimento russe dal fronte del Donbass e tra i fronti nell’est e nel sud dell’Ucraina. «Senza quelle vie di collegamento per i russi sarà più difficile», riflette Lloyd in un’intervista alla Reuters, nella quale non ha però risposto alle domande circa il pericolo di un’escalation militare da parte della Russia o del potenziale uso di armi nucleari.
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La liberazione di Lyman evidenzia le difficoltà di Mosca nel mantenere il controllo sul Donbass.
Intanto negli ultimi giorni i bombardamenti russi si sono intensificati. Nel nord est, funzionari ucraini hanno accusato Mosca di aver attaccato un convoglio di civili in fuga e il governatore della regione di Kharkiv, Oleh Syniehubov, ha dato la triste conferma: 24 persone, tra cui 13 bambini e una donna incinta, sono stati uccise mentre tentavano di scappare dal distretto di Kupiansk, «una crudeltà che non può essere giustificata, i russi hanno sparato contro i civili quasi a bruciapelo», ha scritto su Telegram. Il servizio di sicurezza dell’Ucraina, la forza di polizia segreta nota con l’acronimo SBU, ha pubblicato le fotografie del convoglio. Almeno un camion sembrava essere stato fatto saltare in aria, con cadaveri bruciati su ciò che restava del pianale. In fiamme anche un altro veicolo, i corpi giacevano sul ciglio della strada o ancora all’interno delle auto. Il ministero della Difesa russo sostiene che i suoi razzi hanno distrutto obiettivi militari ucraini nell’area, ma non ha commentato le accuse secondo cui avrebbero preso di mira i civili in fuga.
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Il Messaggero