Lufthansa dice addio al saluto «signore e signori» perché non inclusivo: «Più attenzione sul linguaggio»

Lufthansa dice addio al saluto «signore e signori» perché non inclusivo: «Più attenzione sul linguaggio»
Non ci sarà più nessun «Gentili signore e signori» per salutare i passeggeri all'inizio dei voli della Lufthansa. La compagnia aerea...

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Non ci sarà più nessun «Gentili signore e signori» per salutare i passeggeri all'inizio dei voli della Lufthansa. La compagnia aerea ha pensato che il saluto potesse creare delle discriminazioni e che alcuni, ovvero tutti coloro che non si indentificano in uno dei due generi, potessero sentirsi offesi. Così ha deciso di adottare una nuova formula: «Buongiorno», «Buonasera» oppure un semplice «Benvenuti a bordo», che deciderà di volta in volta il capo cabina. Le nuove linee guida si applicheranno anche alle filiali Austrian, Eurowings, Swiss e Brussels Airlines. La decisione è stata confermata dalla portavoce del vettore tedesco, Anja Stenger: «La diversità per noi non è una frase vuota, da ora vogliamo esprimere la nostra attenzione al linguaggio» ha dichiarato ai media tedeschi.

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Lufthansa e la modifica del linguaggio

Da anni in Germania si discute della Gendersternchen, ovvero la stella di genere. Che è l'asterisco che si inserisce fra i generi senza scegliere il maschile o il femminile. Una iniziativa che è sempre più seguita, anche sui social. E in linea con il dibattito sul genere «fluido» e su come adeguare la lingua per rispettare le minoranze e le differenze di tutti. La verde Annalena Baerbock ha usato l'asterisco più volte nel suo libro elettorale. Ma c'è ancora una forte resistenza, come quella del candidato cancelliere dei conservatori, Armin Laschet, che ha dichiarato: «Pronunciare l'asterisco non è congeniale al mio stile linguistico – ha replicato alle giornaliste del settimanale femminile Brigitte l'aspirante successore di Angela Merkel –. Dal mio punto di vista, se lo si usa va bene. Si può fare e non va proibito. Si può averne rispetto, ma la mia lingua è un'altra».

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Il Messaggero