Laura, giovane prof trovata morta nei campi. Il killer: «L'ho mandata in un vicolo cieco, poi l'ho uccisa»

«Ho ucciso Laura, ma non l'ho stuprata». La confessione del killer smentita dall'autopsia
Prima ha fornito indicazioni decisamente contraddittorie, poi ha ammesso l'omicidio, ma non la violenza sessuale. Bernardo Montoya, 50enne pluripregiudicato spagnolo, è...

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Prima ha fornito indicazioni decisamente contraddittorie, poi ha ammesso l'omicidio, ma non la violenza sessuale. Bernardo Montoya, 50enne pluripregiudicato spagnolo, è il killer reo confesso di Laura Luelmo, una giovane insegnante scomparsa e poi ritrovata morta nelle campagne intorno a El Campillo, il piccolo centro dell'Andalusia, in Spagna, dove la 26enne si era trasferita per una supplenza.


Laura Luelmo, giovane prof scomparsa nel nulla. Trovato un cadavere: «Potrebbe essere lei»

«Sì, ho ucciso Laura tendendole una trappola. Indossava abiti sportivi, forse andava a correre, mi ha chiesto un'indicazione e io l'ho mandata in un vicolo cieco, dove l'ho aggredita» - aveva spiegato l'uomo durante l'ennesimo interrogatorio, in seguito al suo arresto nella giornata di martedì - «Le ho preso la testa e l'ho sbattuta più volte contro la mia auto, poi l'ho abbandonata ancora viva. Volevo stuprarla, ma non l'ho fatto perché non ci sono riuscito, preso dal panico».

La versione dell'uomo è stata però smentita dall'autopsia, effettuata sempre martedì scorso, il giorno dopo il ritrovamento del cadavere di Laura. L'analisi sul corpo della ragazza, infatti, ha evidenziato la violenza sessuale subita da Laura prima di morire. Lo riporta 20minutos.es. Sono diversi gli aspetti della vicenda ancora poco chiari e che gli inquirenti stanno cercando di ricostruire: la morte di Laura, infatti, sarebbe sopraggiunta almeno due o tre giorni dopo la sua scomparsa. La ragazza era rimasta prigioniera per tutto quel tempo o ha sofferto una lunghissima agonia prima di morire?


Un altro mistero intorno alla vicenda riguarda il cellulare della ragazza, che non è ancora stato trovato. Bernardo Montoya ha detto di averlo gettato in un cassonetto, indicando però zone diverse durante i lunghi interrogatori a cui è stato sottoposto. Gli investigatori possono trattenerlo per 72 ore dal momento dell'arresto, quindi tra oggi e domani si attende la decisione del giudice, che potrà convalidare il fermo o rilasciare l'uomo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero