Conte a Pechino al forum ‘Via della Seta’ I cinesi promettono aperture agli stranieri

Il premier Conte e il presidente Hi Jinping
 ROMA La Cina si avvia a presentare una «messa a...

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 ROMA La Cina si avvia a presentare una «messa a punto» della «Belt and Road initiative», la sua nuova Via della Seta, grazie al secondo Forum di Pechino - al quale partecipa anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte - che si apre oggi e che andrà avanti fino a sabato, coinvolgendo 37 capi di Stato e di governo e delegazioni da oltre 150 Paesi. Il progetto infrastrutturale da 1.000 miliardi di dollari, lanciato nel 2013 dal presidente Xi Jinping, è stato accusato di essere una «trappola del debito» e di scarsa trasparenza. «Non si possono mettere sul capo della Belt and Road i cappelli come 'crisi del debitò. Non è qualcosa che alcun Paese partecipante riconoscerebbe», ha detto il ministro degli Esteri Wang Yi, nel briefing della scorsa settimana, ammettendo che «non si può arrivare in fondo con un solo passaggio» e dando «il benvenuto a tutte le parti che vorranno avanzare suggerimenti costruttivi». Se i Paesi occidentali, Usa in testa, hanno contestato la Bri come strumento per aumentare l'influenza di Pechino all'esterno, i veri nodi sono emersi col metodo. I cambi di governo in Paesi come Malaysia e Maldive, ad esmepio, hanno riaperto progetti finanziariamente insostenibili. Altri, troppo onerosi, sono stati accantonati, su tutti Pakistan (una centrale di generazione elettrica) e Sierra Leone (un aeroporto). Tra i leader, ci saranno il presidente russo Vladimir Putin, il premier pakistano Imran Khan e quello italiano Giuseppe Conte, a poche settimane dalla firma a Roma del memorandum di adesione alla Bri durante la visita di Xi. Per gli Usa, invece, ci sarà una delegazione di basso livello, mentre Paesi industrializzati, tra cui Germania, Francia, Gran Bretagna e Giappone, invieranno delegazioni di peso. Il comunicato congiunto oggetto di un serrato negoziato diplomatico, ha, in base alle ultime bozze riferite all'ANSA, importanti riferimenti ai finanziamenti che rispettino la sostenibilità ambientale ed economico-finanziaria, insieme a una buona dose di trasparenza su modalità e propositi. Secondo i dati di recente dalla Ndrc, l'agenzia cinese più alta sulla programmazione economica, le imprese di Pechino hanno investito nel periodo 2013-18 oltre 90 miliardi di dollari lungo la Bri, con una crescita annua del 5,2%. I Paesi della Belt and Road, a loro volta, hanno investito oltre 40 miliardi nei 6 anni in Cina: l'interscambio commerciale tra i Paesi ha superato i 6.000 miliardi di dollari (+4% annuo medio).
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Il Messaggero