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L'alpinista sudcoreano Kim HongBin è morto, ma prima ha segnato un record. È stata la prima persona con disabilità a conquistare 14 Ottomila, ovvero scalare massicci superiori agli 8000 metri. L'ultima vetta in ordine di tempo è stata quella del Broad Peak, montagna del Gasherbrum, la dodicesima più alta della Terra con i suoi 8.047 m s.l.m., situata sul confine tra Cina e Pakistan, nella catena del Karakorum, a circa 8 km dal K2.
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Kim HongBin, come è morto
L'incidente fatale è avvenuto in discesa. Dopo aver raggiunto la vetta, Kim HongBin aveva trascorso la notte nel campo 4 insieme alla sua squadra. Quando poi ha ripreso a scendere verso valle è caduto in un crepaccio. A dare la notizia altri due alpinisti, Anton Pugovkin e Vitaly Lazo, che avevano abbandonato il tentativo di raggiungere la vetta per il peggiorare del meteo ed erano a campo 3. Ai due era arrivata una richiesta di soccorso. Il primo SOS è arrivato via radio a mezzanotte mentre stavano dormendo. Riguardava Anastasia Runova (Russia) caduta nella notte durante la discesa. Soccorsa dai connazionali, fortunatamente la scalatrice non ha subito gravi lesioni. Attualmente è in discesa con un gruppo di altri alpinisti. Il secondo SOS è arrivato oggi alle ore 15 (ora in Pakistan). Secondo quanto riferito da Pugovkin, il team del coreano HonBin Kim avvisava della caduta del coreano. Vitaly Lazo è partito in suo soccorso, verso i 7.900 metri di quota. Ora, le preoccupazioni sono rivolte allo stesso Vitaly Lazo e a tutti gli scalatori con lui sono ancora in alta quota sulla montagna. E’ già buio e le previsioni del tempo sono pessime.
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Chi era Kim HongBin
Kim HongBin è morto dopo aver coronato il suo sogno. Classe 1964, aveva perso tutte le dieci dita delle mani 30 anni fa sul Denali, a causa dei congelamenti. Era il 1991.
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Il Messaggero