Stipendi ai terroristi, spari e molotov contro le banche in Cisgiordania

Una filiale della Cairo Amman Bank
Sale la tensione in Cisgiordania per il caso degli stipendi pagati ai terroristi e alle loro famiglie. La scorsa notte sono stati sparati dei colpi di arma da fuoco contro...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Sale la tensione in Cisgiordania per il caso degli stipendi pagati ai terroristi e alle loro famiglie. La scorsa notte sono stati sparati dei colpi di arma da fuoco contro la Cairo Amman Bank a Jenin, un centro agricolo di 40mila abitanti. Molotov e lanci di pietre, invece, hanno colpito l'ingresso di una filiale di Gerico. Dietro questi due attacchi, molto probabilmente, c'è la protesta per la stretta di alcuni istituti nei confronti dei terroristi in carcere (e delle loro famiglie) che ricevono stipendi da parte dell'Autorità Palestinese. Israele, infatti, ha aumentato la pressione sulle banche minacciando confische e arresti, poiché ritiene che questi pagamenti altro non siano che la ricompensa per gli attacchi lanciati contro lo stato ebraico. Ad incassare questi fondi sarebbero oltre 12mila palestinesi: tra questi ci sono detenuti, parenti dei "martiri" ed ex carcerati liberati dalle prigioni israeliane. Il primo ministro Mohammed Shtayyeh ha detto che garantirà, almeno per ora, la riscossione di questi sussidi.


LA DENUNCIA
Qualche giorno fa l'organizzazione israeliana Palestinian Media Watch aveva denunciato il tentativo dell'AP di nascondere i flussi di denaro (provenienti da donazioni estere) destinati proprio ai terroristi in carcere. Dopo aver visionato una serie di documenti, PMW aveva concluso che le voci relative a questi fondi erano scomparse dal bilanci, mentre erano aumentati i trasferimenti di denaro nelle casse dell'Olp. E questo perché come beneficiaria di finanziamenti internazionali, l'Autorità Palestinese è obbligata dai Paesi donatori a mostrare piena trasparenza e ad elencare chiaramente le sue spese; l'Olp, invece, può disporre dei fondi senza di fatto dover giustificare niente all'esterno. 



In questo grafico che sintetizza il rapporto emerge, stando alle considerazioni dell'organizzazione palestinese, il tentativo di nascondere i fondi destinati ai terroristi.  «Quando l'AP faceva vedere apertamente i suoi pagamenti ai terroristi in prigione - sottolineano gli analisti di Palestinian Media Watch -  le sue spese per le "istituzioni dell'OLP" erano solo 86 milioni di euro. Tuttavia, quando l'AP ha cercato di nascondere i pagamenti nel 2015, 2016 e 2017, le spese dell'AP per le "istituzioni dell'OLP" sono aumentate improvvisamente fino a 241 milioni di euro. Ora l'AP sta di nuovo cercando di nascondere i suoi stipendi ai terroristi in carcere visto che non inserisce nei bilanci alcuna voce relativa al "Ministero degli Affari dei Prigionieri", e allo stesso tempo aumenta nuovamente le sue spese per le "Istituzioni dell'OLP"».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero