L'Iran vuole salvare l'accordo sul suo programma nucleare, firmato nel 2015, per poter beneficiare entro il prossimo anno della revoca dell'embargo sulle armi imposto...
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«La persona che sta alla Casa Bianca dice che gli Stati Uniti sono stati ingannati quando hanno firmato l'accordo sul nucleare, ma in realtà nessuno è stato ingannato - ha sottolineato Rohani - Non avevate un'amministrazione durante i colloqui sul nucleare? Un segretario di stato, negoziatori e avvocati? Ci siamo seduti al tavolo negoziale con voi per due anni e abbiamo firmato entrambi l'accordo, ma siete voi ad esservi ritirati». «A causa delle sanzioni c'è una pressione economica su 18 milioni di famiglie in Iran su 25 milioni, ma noi continueremo il nostro cammino e abbiamo piani per aiutare la nostra gente», ha concluso il presidente iraniano.
E intanto si apprendono nuovi dettaglia sulla scoperta del un nuovo maxi-giacimento di petrolio Namavaran nel sud-ovest dell'Iran, annunciato ieri da Rohani, che aggiunge alle riserve nazionali di greggio 22,2 miliardi di barili e non 53 miliardi, come dichiarato inizialmente. Lo ha detto il ministro del Petrolio di Teheran, Bijan Namdar Zanganeh, spiegando che 31 miliardi dei 53 miliardi totali di barili erano in realtà già stati scoperti e che con «le tecnologie attualmente a sua disposizione» la Repubblica islamica potrà estrarre 2,2 miliardi di barili da questo giacimento, che diventa il secondo più grande del Paese dopo quello di Ahvaz. Le riserve iraniane di petrolio erano stimate in precedenza a 155 miliardi di barili, le quarte più grandi al mondo. Le sue esportazioni sono però ostacolate dalle sanzioni imposte dagli Stati Uniti dopo il loro ritiro unilaterale dall'accordo sul nucleare del 2015. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero