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Leonardo Tricarico, ex capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, sospetta che la minaccia di Teheran sia collocabile, in realtà «in una retorica fasulla». Ossia che l’arma mai utilizzata, che l’Iran potrebbe usare per un imminente attacco a Israele non ci sia. «A meno che - aggiunge però il generale - non usino missili ipersonici ma appoggiandosi agli Hezbollah».
Lei pensa che la minaccia non sia così concreta?
«Di fatto, lo stress test del sistema di difesa israeliana è quello che conta e finora l’aeronautica israeliana si è mostrata nettamente superiore. C’è un’impenetrabilità dovuta a molti fattori dello spazio aereo israeliano, l’Iran dovrà trovare altri domini, non spaziali».
Pensa che la distanza sia troppa?
«Non so cosa realmente Teheran intenda. Gli strumenti che l’Iran ha a disposizione non possono colpire così lontano. Altrimenti non so quali possano essere. L’unica ipotesi è che possano appoggiarsi agli Hezbollah, che possano contare su Hassan Nasrallah. Del resto ormai hanno dei sistemi missilistici superiori. Anche come armamenti, ovviamente sono riforniti dall’Iran».
In quel caso potrebbero davvero penetrare il sistema di difesa israeliano.
«Se dovessi tentare un’ipotesi è che qualunque sistema di difesa aerea ha da temere solo l’ipersonico che lo mette a dura prova. Perché i tempi di reazione non sono sufficienti. Il sistema Arrow 3 riesce a neutralizzare anche a 100 km di quota. Il punto è sempre quando riescono a intercettare il lancio. Secondo fonti Usa, che in genere non mentono, di tutti i missili sparati dall’Iran il 50% non è mai partito altri non sono neppure arrivati in territorio israeliano».
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