Houthi colpiscono una nave nello Yemen: «Siamo pronti ad attaccare anche nell'Oceano Indiano»

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Gaza. Hamas riferisce di almeno 21 morti e 155 feriti in una nuova strage di persone in fila per gli di aiuti umanitari causata dalle forze di Israele, che invece smentisce....

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Houthi: «Colpiremo anche nell'Oceano Indiano»

Neanche la rotta che dall'Oceano Indiano passa per il Capo di Buona Speranza sarà più sicura per le navi legate ad Israele. L'avvertimento arriva dagli Houthi dello Yemen, direttamente dal loro leader Abdel-Malik al- Houthi, che annuncia un allargamento dell'offensiva. Dopo gli attacchi nel Mar Rosso e nel Golfo di Aden per rappresaglia contro l'azione militare israeliana nella Striscia di Gaza, molte compagnie hanno scelto di evitare la strada più breve tra Asia ed Europa optando per la circumnavigazione del Capo di Buona Speranza. In un discorso trasmesso in televisione, al- Houthi ha avvertito che intende ora espandere le operazioni ad altre «inattese» rotte di navigazione. «Si tratta di un grande passo importante. Abbiamo avviato le nostre operazioni nell'Oceano Indiano», ha affermato, dopo aver rivendicato gli attacchi nei quali sono state prese di mira un totale di 73 navi e imbarcazioni militari da novembre.

Houthi colpiscono una nave nello Yemen

Un'altra nave - aggiunge la Efe - sarebbe stata attaccata ieri sera al largo di Hodeida, secondo la Marina britannica, ma senza subire danni. Entrambi gli attacchi sono avvenuti tra ieri sera e questa mattina. Nel primo attacco, due missili hanno sorvolato una nave e si sono udite due forti esplosioni a distanza, senza causare vittime o danni, ha detto la Marina. Successivamente, una nave mercantile è stata colpita da un missile provocando «alcuni danni», ha aggiunto. Nonostante l'attacco, «l'equipaggio è al sicuro e la nave sta procedendo verso il prossimo porto di scalo», ha detto la marina sulla piattaforma di social media X, senza identificare le navi prese di mira. Sebbene nessun gruppo abbia rivendicato la responsabilità degli ultimi attacchi, si sa che i militanti Houthi con sede nello Yemen stanno portando avanti una ritorsione per l'offensiva di Israele nella Striscia di Gaza. Giovedì, il massimo leader Houthi, Abdelmalek al- Houthi, ha minacciato di attaccare le navi legate a Israele che prendevano la rotta più lunga attraverso il Capo di Buona Speranza del Sud Africa per evitare i ribelli in viaggio verso la loro destinazione. In un discorso televisivo, Al- Houthi ha affermato che gli attacchi avevano lo scopo di impedire alle navi legate a Israele di attraversare non solo il Mar Arabico, il Mar Rosso e il Golfo di Aden, ma anche l'Oceano Indiano e il Capo di Buona Speranza.

Hamas, proposta per il cessate il fuoco: " Donne e bambini in ostaggio in cambio 1000 detenuti palestinesi"

Hamas ha presentato ai mediatori una proposta di cessate il fuoco a Gaza che prevede una prima fase di rilascio di donne, bambini, anziani e malati israeliani tenuti in ostaggio in cambio del rilascio di 700-1000 prigionieri palestinesi. Lo riporta Reuters sul suo sito. La proposta comprenderebbe il rilascio di 100 detenuti palestinesi che scontano l'ergastolo nelle carceri israeliane e quello di soldatesse israeliane. Hamas ha detto nella proposta che avrebbe concordato una data per un cessate il fuoco permanente dopo lo scambio iniziale di ostaggi e prigionieri.

Equipaggio sequestrato nel Mar Rosso, Houthi: «Il loro destino è nelle mani di Hamas»

Il destino dell'equipaggio del cargo Galaxy Leader dirottato a novembre dai miliziani Houthi filo-Iran nel Mar Rosso è ora nelle mani di Hamas. Lo ha dichiarato alla Cnn il portavoce degli Houthi Nasr Al-Din Amer: «La nave e il suo equipaggio sono nelle mani dei fratelli del movimento di resistenza di Hamas e delle Brigate Al-Qassam», ha detto. Il Galaxy Leader era gestito dalla compagnia giapponese Nippon Yusen. Secondo la Ambrey Analytics, è di proprietà di Ray Car Carriers, un'azienda legata al cittadino israeliano Abraham Ungar. Dell'equipaggio fanno parte17 filippini, due bulgari, tre ucraini, due messicani e un rumeno.

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Il Messaggero