Hong Kong, i manifestanti occupano il Parlamento

I manifestanti entrano in Parlamento a Hong Kong. Dopo alcune ore di assedio intorno all'edificio, alcuni manifestanti in serata sono riusciti a sfondare. Lo riportano i media...

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I manifestanti entrano in Parlamento a Hong Kong. Dopo alcune ore di assedio intorno all'edificio, alcuni manifestanti in serata sono riusciti a sfondare. Lo riportano i media locali, segnalando il contrasto con il lungo corteo pacifico che sta riempiendo le strade principali dell'ex colonia.


Oltre cinquanta feriti: è il bilancio dell'ennesima giornata di tensione a Hong Kong, culminata con l'irruzione dei manifestanti nel parlamento e le cariche della polizia per disperderli. Le cifre sono state fornite da fonti sanitarie locali, come riporta il Guardian. In particolare 54 persone (38 uomini e 16 donne) sono state portate in ospedale. Tre di loro sono in gravi condizioni. Quasi tutti gli altri sono stati dimessi.

L'irruzione è maturata dopo diverse ore di assedio da parte di circa 1.500 persone, in prevalenza studenti che, a volto coperto e vestiti con abiti di colore scuro, hanno circondato il compound superando poi la recinzione esterna e arrivando all'ingresso principale dell'edificio. Qui sono stati divelti infissi e distrutto vetrate anche con l'ausilio di pesanti martelli. La polizia ha tentato di scoraggiare i manifestanti dal compiere azioni illegali che avrebbero comportato, è stato ricordato con l'ausilio del megafono, «l'arresto immediato».

Gli agenti, in tenuta antisommossa con scudi, manganello e spray urticanti, hanno deciso, a differenza delle previsioni, di non intervenire e di retrocedere evitando così lo scontro diretto.

I manifestanti hanno occupato l'aula del parlamento, scrivendo slogan sui muri in legno con lo spray: sul podio, in base alle immagini circolate sui social media, è tornata a sventolare la vecchia bandiera coloniale britannica.Diversi striscioni sono stati aperti nell'aula: «Nessuna violenta rivolta, solo un violento regime», recita uno tra i più grandi esposti, mentre ci sono più persone, tutte dotate di mascherine e caschi, che si stanno alternando in brevi discorsi al megafono. Diversi graffiti sono attacchi diretti alla criticatissima governatrice Carrie Lam («Dimettiti») o al governo («ci ha costretto alla rivolta») o ancora contro Pechino e contro «il neo-colonialismo cinese».

Il governo di Hong Kong accusa in una dichiarazione i manifestanti di aver usato «violenza estrema»: i manifestanti «radicali hanno preso d'assalto il complesso del Consiglio legislativo con una violenza estrema. Questi manifestanti hanno messo seriamente a repentaglio la sicurezza degli agenti di polizia e il pubblico, atti così violenti sono inaccettabili per la società».

Il sostegno della Gran Bretagna a Hong Kong e alla sua libertà resta «incrollabile», a 22 anni dalla restituzione della ex colonia alla Cina. Lo scrive a caratteri cubitali Jeremy Hunt, ministro degli Esteri in carica di Londra e candidato premier in un tweet diffuso sullo sfondo della nuova protesta sfociata oggi nell'irruzione nel Parlamento. «Nessuna violenza è accettabile - precisa Hunt - ma va preservato il diritto alla protesta pacifica esercitato entro la legge, come dimostrato oggi da centinaia di migliaia di persone coraggiose».

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Il Messaggero