Suona Chopin sull'Himalaya per 90 minuti, è record. «Dopo sono svenuta»

Recupera l'uso delle mani e suona a 5mila metri sull'Himalaya: «Dopo il record sono svenuta»
Ha scelto il Notturno n.2 di in mi bemolle maggiore e n° 20 in do minore di Chopin per stabilire un nuovo record. La musica solleva l'anima, ma Evelina De Lain - pianista...

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Ha scelto il Notturno n.2 di in mi bemolle maggiore e n° 20 in do minore di Chopin per stabilire un nuovo record. La musica solleva l'anima, ma Evelina De Lain - pianista 41enne di Londra - ha portato la sua arte ad alta quota letteralmente entrando nel Guinness dei Primati per il concerto "più alto" al mondo. Record che ha raggiunto suonando il pianoforte sulle vette dell'Himalaya a cinquemila metri, come riporta l'Independent. 


L'esibizione, che ha arricchito con opere composte da lei, è durata 90 minuti ed è stata possibile grazie all'intervento di una squadra di persone che ha contribuito a trasportare lo strumento al Passo Singela sull'Himalaya, in India. Il concerto ha raccolto fondi per un ente di beneficienza che si occupa dei malati di fibrosi cistica, mentre il piano è stato donato a una scuola locale.


«Qualche anno fa non avrei mai pensato di tornare a suonare il piano, né tantomeno di esibirmi nel più alto concerto di musica classica», ha dichiarato l'artista inglese alla stampa. Evelina, infatti, ha vissuto momenti difficili dopo che 14 anni fa ha perso la capacità di muovere le dita delle mani a causa di una lesione da sforzo ripetitivo. Dopo aver intrapreso un corso intensivo di terapia è riuscita a recuperare l'uso degli arti. 


«Suonare ad alta quota è stata una delle cose più difficili che abbia mai fatto, ma non sono una che evita le sfide. Il freddo era incredibile, ma era più problematico il vento. È stato però un onore suonare tra le nuvole», ha aggiunto.

Originaria dell'Ucraina, la De Lain ha imparato ad apprezzare la musica classica grazie agli insegnamenti di sua madre e ha acquistato quel pianoforte per superare il lutto dopo la sua morte nel 2017: «Sapevo che qualcosa del genere mi avrebbe tolto un po' di dolore e mi avrebbe dato qualcosa su cui concentrarmi». Portare a termine il concerto non è stato semplice come si potrebbe pensare, ma le conseguenze dell'altitudine sono arrivate il giorno dopo, come ha raccontato la musicista: «Credevo di stare bene, ma l'indomani sono svenuta all'aeroporto».

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Il Messaggero