Harry e le intercettazioni telefoniche nascoste da Buckingham Palace: «Avevano paura di azioni legali»

In un documento presentato dai legali di Harry alla corte si legge che il Palazzo aveva celato quelle informazioni per quieto vivere

Harry e le intercettazioni telefoniche nascoste da Buckingham Palace: «Avevano paura di azioni legali»
Il principe Harry ha accusato Buckingham Palace di avergli tenuto nascoste «per lungo tempo» informazioni sulle intercettazioni telefoniche da parte della stampa...

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Il principe Harry ha accusato Buckingham Palace di avergli tenuto nascoste «per lungo tempo» informazioni sulle intercettazioni telefoniche da parte della stampa scandalistica a cui era stato sottoposto in passato.

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Harry e le intercettazioni telefoniche, tutto ciò che è emerso

Questo nuovo dettaglio sui rapporti turbolenti e spesso conflittuali fra il duca di Sussex e i Windsor è emerso nel corso delle udienze all'Alta corte di Londra per l'azione legale promossa da una mezza dozzina di vip, incluso il secondogenito di re Carlo III, contro il gruppo editoriale Associated Newspapers Limited (Anl), che pubblica il Daily Mail e il Mail on Sunday, denunciato dinanzi alla giustizia britannica per presunte «gravi» intercettazioni illegali.

Il documento

In un documento presentato dai legali di Harry alla corte si legge che il Palazzo aveva celato quelle informazioni per quieto vivere e per evitare possibili azioni legali intraprese contro i media da parte del principe. «Questo è diventato chiaro solo negli ultimi anni - si legge ancora nel documento del duca - dopo che ho portato avanti una azione legale per conto mio».

La difesa del Mail

Il principe dopo due giorni di presenza in aula oggi ha preferito non presentarsi, anche perché il gruppo Mail si è difeso dalle accuse rivolte dai vip contro i presunti metodi illegali usati per raccogliere informazioni. Adrian Beltrami, uno degli avvocati dell'Anl, ha «respinto le accuse nelle loro interezza» affermando che sono state presentate troppo tardi. Ha citato una legge secondo cui i ricorrenti devono avanzare pretese legali sulla privacy entro sei anni dal momento in cui si verificano.

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Il Messaggero