L'attentatore di Hanau, Tobias Rathjen, era affetto da una grave malattia psichica. Lo ha affermato il capo dell'Anticrimine federale, Holger Muench, a Berlino. Sulla base...
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L'autore della strage aveva contattato lo scorso novembre dei procuratori tedeschi perché voleva denunciare una non meglio identificata organizzazione di intelligence che puntava al controllo del mondo. Il procuratore federale, Peter Frank, ha confermato che le accuse sono state ricevute dal suo ufficio ma queste non contenevano sentimenti razzisti o ispirati ad ideologia di estrema destra. Nessuna azione è stata quindi intrapresa in risposta della denuncia in cui si afferma che questa potente organizzazione si stava «infiltrando nei cervelli delle persone per appropriarsi di certe cose in modo da controllare tutti gli affari del mondo».
Chi era Tobias Rathjen
L'odio per gli stranieri e «un atteggiamento interiore profondamente razzista» hanno armato la mano di Tobias Rathjen, il killer che ha massacrato dieci persone ad Hanau per poi essere ritrovato morto accanto alla madre nel suo appartamento dopo una caccia all'uomo durata tutta la notte.
Un cane sciolto dell'ultradestra dai tratti paranoidi che voleva «annientare» coloro «che la Germania non è più in grado di espellere»: è questo il profilo dell'uomo che la notte tra mercoledì e giovedì ha seminato il terrore a Hanau, uccidendo dieci persone. Il 43enne Tobias Rathjen, impiegato di banca, era un disadattato che diffondeva in rete teorie cospiratorie su fantomatiche società segrete e viveva in casa con la madre di 72 anni, che ha ucciso prima di togliersi la vita.
Il Messaggero