Hamas pubblica il video di un ostaggio israelo-americano con il braccio amputato: «Siamo all'inferno»

La propaganda dei terroristi sulla pelle del giovane americano alla vigilia dell’offensiva di israele a rafah

Americano di Berkeley, emigrato in Israele quando aveva 7 anni, Hersh Goldberg-Polin aveva creato un’associazione pacifista per far giocare insieme a calcio bambini...

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Americano di Berkeley, emigrato in Israele quando aveva 7 anni, Hersh Goldberg-Polin aveva creato un’associazione pacifista per far giocare insieme a calcio bambini palestinesi e israeliani. E prima di partire, lo scorso dicembre, per un viaggio intorno al mondo di due anni che aveva programmato da tempo, il 7 ottobre era andato al Nova Music Festival, a ridosso di Gaza. Ieri Hersh, uno degli oltre 250 ostaggi catturati dai miliziani di Hamas e portati nella Striscia, è apparso in un video di circa 3 minuti diffuso tramite Al Jazeera.

Hersh Goldberg-Polin, la famiglia autorizza la diffusione del video dell'ostaggio di Hamas

IL FILMATO

L’ultima sua immagine nota era quella di un ragazzo esile, caricato su un furgoncino aperto, il braccio spappolato da una granata lanciata nel bunker dove si era rifugiato insieme agli amici per sfuggire ai terroristi. In prigionia ha compiuto 24 anni. Nel video di ieri, con il volto segnato dalla sofferenza e il braccio amputato, si rivolge direttamente al premier israeliano, Benjamin Netanyahu: «Devi vergognarti, perché ci hai abbandonato come migliaia di cittadini, perché ci hai lasciato per 200 giorni mentre tutti gli sforzi dell’esercito sono falliti, perché le bombe delle forze aeree hanno ucciso 70 prigionieri come me. E per aver rifiutato tutti gli accordi che vi hanno offerto. Non volete che questo incubo finisca?». L’ennesimo filmato di propaganda di Hamas cade nel momento in cui il movimento terrorista fa sapere che sarebbe disposto a rilasciare in una prima fase degli accordi per la tregua una quarantina di ostaggi. Sono 129 quelli ancora teoricamente a Gaza, ma secondo l’esercito israeliano 34 sarebbero sicuramente morti e di molti Hamas non sa neppure dove siano finiti. Goldberg-Polin lancia il suo appello - «Fate quello che dovete per riportarci a casa subito!» - senza però che nel video compaiano riferimenti temporali in grado di certificare che sia ancora vivo. Nelle foto fatte girare il 7 ottobre dai terroristi, Hersh appare con una fascia colorata attorno al braccio ferito. Testimoni hanno poi raccontato che nel bunker in cui si era rifugiato, il suo miglior amico, Aner Shapira, aveva lanciato ai terroristi ben sette bombe a mano prima di morire. Poster con l’immagine di Hersh sono mostrati dalle famiglie degli ostaggi e nelle comunità ebraiche nel mondo per sensibilizzare sul ritorno a casa dei prigionieri. Il giovane augura buona Pasqua ebraica, Pesach, che cade in questi giorni. (Il presidente Usa Joe Biden ha incontrato ieri una bambina americana di quattro anni tenuta in ostaggio da Hamas per sette settimane e liberata a novembre).

APPELLO AI LEADER

Hersh lo rinfaccia a Netabnyahu: «Mentre siete a tavola con le vostre famiglie, pensate a noi prigionieri nell’inferno sottoterra, senza acqua, senza cibo, né sole, né medicine di cui io ho tanto bisogno». Sua madre Rachel è tra i genitori più attivi, si è rivolta ai leader mondiali e all’Onu invocando la liberazione del figlio e degli altri ostaggi. Una ferita aperta che brucia, in Israele, tanto più che ieri un alto esponente di Hamas intervistato da un quotidiano del Qatar ha rivelato che il capo a Gaza, Yahya Sinwar, sarebbe emerso dai tunnel dov’era rintanato e uscito allo scoperto avrebbe passato in rassegna le bande di miliziani in guerra.

«Sinwar ha incontrato alcuni combattenti fuori dai tunnel, non è isolato come sostengono Netanyahu e le sue agenzie per nascondere il fallimento degli obiettivi dichiarati nelle piazze e agli alleati». Per l’associazione delle famiglie dei prigionieri, «Sinwar per le strade di Gaza mentre gli ostaggi languono negli scantinati è l’immagine del fallimento israeliano». Ieri, altro smacco per Tel Aviv, la Germania ha annunciato che tornerà a finanziare l’Unrwa, l’Agenzia dell’Onu per i rifugiati palestinesi accusata da Israele di collusione con i terroristi. L’esponente palestinese intervistato dal giornale qatarino sostiene poi che «Hamas detiene trenta ufficiali e agenti dello Shin Bet», il servizio di sicurezza interno israeliano, catturati il 7 ottobre e «sottoposti a un livello di sicurezza estremamente elevato, lontani da Israele e impossibili da raggiungere». Netanyahu avrebbe tenuto segreti i loro nomi, «mentendo alle famiglie degli ostaggi, che manipola nel tentativo di influenzare l’opinione pubblica». Il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, visitando il comando settentrionale a Safed insieme al generale Ori Gordin e ad altri ufficiali, afferma che «metà dei comandanti di Hezbollah nel sud del Libano sono stati eliminati e l’altra metà si nasconde o lo abbandona di fronte alle nostre operazioni».

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Il Messaggero