Strage del kibbutz, «intere famiglie uccise nei propri letti»: il racconto dei militari israeliani a Kfar Aza

Odore di morte, automobili in fiamme, macerie di guerra e corpi stesi nei giardini. La situazione

Intere famiglie sono state uccise nei propri letti nel kibbutz di Kfar Aza, nel sud di Israele. È quanto affermano le forze israeliane, giunte sul luogo dopo...

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Intere famiglie sono state uccise nei propri letti nel kibbutz di Kfar Aza, nel sud di Israele. È quanto affermano le forze israeliane, giunte sul luogo dopo l'attacco degli uomini di Hamas. Secondo il Generale Maggiore delle Forze di Difesa Israeliane, «non è una guerra, non è un campo di battaglia. È un massacro».

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L'attacco

Dopo mezza giornata di viaggio, l'esercito israeliano è riuscito a raggiungere il kibbutz di Kfar Aza, nel sud di Israele, dove in tre giorni gli uomini di Hamas hanno ucciso e mutilato dozzine di residenti civili. Come affermato dal Generale Maggiore delle Forze di Difesa Israeliane Itai Veruv, intervenuto ai microfoni della BBC, «Madri, padri, bambini, giovani famiglie sono state uccise nei loro letti, nella stanza di protezione, nella sala da pranzo, nel loro giardino. Non è una guerra, non è un campo di battaglia. È un massacro».

Tra le zone assalite dai militanti di Hamas, il kibbutz di Kfar Aza è stata una delle prime. Ciò che è accaduto segue le vicende del vicino kibbutz Nahal Oz, dove intere famiglie sono state uccise, e del kibbutz Be'eri, dove sono stati ritrovati più di 100 corpi. Nonostante squadre di sicurezza e case sicure, la comunità di Kfar Aza non era infatti preparata all'ondata di aggressori che fuggivano dalla Gaza violata. Tra combattenti armati di fucili d'assalto, granate con propulsione a razzo e bombe a mano, sono stati moltissimi i residenti uccisi e mutilati. Secondo Reuters Davidi Ben Zion, il vice comandante dell'Unità 71, «Li hanno uccisi e hanno tagliato loro alcune teste, è una cosa terribile da vedere. Grazie a Dio abbiamo salvato molte vite di molti genitori e bambini. Purtroppo però alcuni sono rimasti bruciati dalle molotov. Sono molto aggressivi, come gli animali».

Un attacco rapidissimo, talmente veloce che secondo The Guardian «il latte e il caffè della colazione di sabato erano ancora sul tavolo di una casa visitata da un giornalista del Washington Post, accanto al pavimento della cucina imbrattato di sangue». Fuori dalle case, odore di morte, automobili in fiamme, macerie di guerra, trappole esplosive nascoste nelle case, corpi stesi nei giardini. Le vittime, talmente tante che per raccoglierle ci sono volute ore. 

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Il Messaggero