Hagibis, il tifone più violento da 60 anni costringe il Giappone a barricarsi in casa

Hagibis, il tifone più violento da 60 anni costringe il Giappone a barricarsi in casa
dal nostro inviato TOKYO Con oltre metà del Giappone chiuso in casa per ripararsi dal peggior tifone degli ultimi 61 anni, è stata una potente scossa di terremoto...

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TOKYO Con oltre metà del Giappone chiuso in casa per ripararsi dal peggior tifone degli ultimi 61 anni, è stata una potente scossa di terremoto di magnitudo 5.7 ad annunciare lo sbarco sulla costa orientale di Hagibis, il 19° ciclone da gennaio. Una botta che ha fatto tremare per 20 interminabili secondi soprattutto la megalopoli Tokyo-Yokohama, 35 milioni di abitanti: non un terremoto qualsiasi, ma che pure sarebbe stato archiviato in fretta dai giapponesi se non si fosse scatenato proprio insieme al tifone più temuto. C'è un limite all'impassibilità anche in una nazione i cui abitanti sono abituati ad ascoltare, e soprattutto a rispettare, senza fare un piega gli annunci e le indicazioni tipo Arriva un tifone, state a casa, che in questi giorni sono riecheggiati nelle stazioni ferroviarie e nei media.


BILANCIO
Il primo bilancio di Hagibis è pesante: 2 morti, 9 dispersi e almeno 80 feriti; quasi un milione di persone evacuate con altre sei milioni pronte a farlo; 300 mila abitazioni senza elettricità e alluvioni soprattutto nella parte centrale del paese con precipitazioni record fino a un metro. Pesante, ma certo inferiore ai danni che la più vasta tempesta in corso sulla Terra, massima pericolosità (5) e venti a oltre 200 kmh era stata considerata in grado di causare. Preoccupava il percorso previsto per Hagibis: rotta verso la zona più popolata del Giappone, la costa centrale orientale, e per di più in un periodo in cui quelle prefetture stanno ospitando parecchie partite della Coppa del mondo di rugby, terzo evento dopo Olimpiadi e Mondiali di calcio, assegnata per la prima volta a un paese asiatico invaso in questi giorni da 400 mila fedeli di ogni dove. E questo è anche il fine settimana del Gran Premio di Formula Uno a Suzuka. L'anno prossimo il Giappone accoglierà le Olimpiadi e c'era quindi bisogno che tutto filasse liscio. Invece due partite, compresa Italia-Nuova Zelanda (gli All Blacks), sono state frettolosamente cancellate come non era mai accaduto nella storia del Torneo e nei mondiali di altri sport. Una beffa per gli azzurri: poi a Toyota si sarebbe potuto giocare. Un disastro, questo mondiale falsato, con ripercussioni fino al governo di Abe Shinzo. Anche la Formula Uno a Suzuka con il Gp che oggi (ore 7.10 italiane, Sky Sport) comunque si correrà: le qualifiche ufficiali maltempo permettendo sono state rinviate alle 3 della notte italiana. Il collaudato copione della protezione civile è stato rispettato: cancellati i treni-proiettili Shinkanzen, sistema nervoso del paese, così come mille voli interni. Cittadini invitati a chiudersi in casa dopo aver fatto scorta di cibo e batterie, supermercati presto svuotati. A Tokyo metropolitana e negozi chiusi, sacchi di sabbia davanti alle porte: da città sfavillante a buio deserto, quando poi in realtà nella capitale è stata registrata solo forte pioggia con la Luna ormai piena e le stelle riapparse già dopo mezzanotte. A nord e a sud, invece, è proseguita la lunga notte della protezione civile per sostenere le popolazioni colpite dalle alluvioni.


Paolo Ricci Bitti


13 ottobre 2019

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Il Messaggero