Russi, il disastro di Avdiivka: soldati sterminati mentre tentano di conquistare la città come “regalo elettorale” per Putin

Oltre 13mila tra morti e feriti e 200 mezzi distrutti: la folle strategia dell'esercito di Mosca prima della rielezione dello Zar

Un traguardo da esibire trionfalmente prima delle elezioni presidenziali che si sta invece trasformando in una ossessione che sta richiedendo alla Russia un tributo altissimo di...

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Un traguardo da esibire trionfalmente prima delle elezioni presidenziali che si sta invece trasformando in una ossessione che sta richiedendo alla Russia un tributo altissimo di vite umane. Avdiivka, la città che non vuole cadere. E che secondo gli analisti sta catalizzando gli sforzi militari di Mosca – come fece Bakhmut a suo tempo – senza alcuna logica di strategia militare. La guerra in Ucraina, ormai è chiaro, è diventata una guerra di logoramento. Sia l'Ucraina che la Russia, lungo la linea del conflitto che attraversa il Paese per oltre 900 chilometri nella parte sud-orientale, conoscono alla perfezione la posizione di tutte le postazioni nemiche e possono attaccarle (e difenderle, ovviamente) senza troppi sforzi. Naturale dunque pensare che l'ago della bilancia bellica penderà alla fine dalla parte di chi avrà più uomini e mezzi da spendere. Proprio in quest'ottica l'accanimento di Avdiivka, a nord-ovest di Donetsk in mano ai russi, appare privo di senso. Fateria e artiglieria di Mosca insistono per sfondare ma con linee di attacco ampiamente prevedibili per le truppe di Zelensky che, arroccate nella città, stanno infliggendo gravi perdite al Cremlino. Si parla di 200 carri armati distrutti e di 13mila soldati uccisi o feriti in modo permanente. Secondo il ministero della Difesa britannico, la battaglia per Avdiivka «ha provocato un aumento del 90% delle vittime russe». Che, tuttavia, non hanno fatto guadagnare un solo metro sul campo ai russi.

Le elezioni presidenziali

Allora perchè insistere? La spiegazione la fornisce il Centro per le strategie di difesa, think tank ucraino, secondo cui «le forze russe stanno tentando di conquistare Avdiivka prima delle elezioni presidenziali russe», previste per il 17 marzo. Una sorta di regalo elettorale per Putin, la cui vittoria nel voto farsa è una conclusione scontata. Il copione, dunque, sembra destinato a essere identico a quello scritto a Bakhmut. Che, quando finì nel mirino di Mosca, era già svuotata dai cittadini e di fatto era solo un gigantesco bunker per le truppe ucraine che, di fatto, inflissero gravi perdite alle truppe dello zar. Dopo aver ucciso decine di migliaia di soldati, i militari ucraini si sono via via ritirati lasciando in mano ai russi una città fantasma o giù di lì. Cosa che verosimilmente accadrà anche a Avdiivka. La speranza di Kiev è che il tributo salatissimo serva ad alimentare il dissenso interno alla Russia, innescando qualche movimento che possa convincere Putin a sedersi al tavolo delle trattative. Con la strategia del logoramento – arma nelle mani del Cremlino che poteva contare su molti più uomini – che rischia di diventare un pericolosissimo boomerang.

 

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Il Messaggero