Guerra Ucraina, la svolta che arriva dai missili occidentali: ecco perché stanno mandando in crisi la contraerea russa

Secondo il portavoce dell'aeronautica di Kiev Yuriy Ihnat, i razzi da crociera degli alleati di Zelensky stanno spingendo la controffensiva

Prima da terra. Poi sul mare. Infine dal cielo. La controffensiva ucraina entra sempre più nel vivo e si fa sempre più totale. Nei giorni scorsi sono arrivate le...

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Prima da terra. Poi sul mare. Infine dal cielo. La controffensiva ucraina entra sempre più nel vivo e si fa sempre più totale. Nei giorni scorsi sono arrivate le notizie dell'avanzata delle truppe sul campo, dopo lo sminamento delle zone rese inacessibili dai russi, e della ritirata nel mare d'Azov delle navi di Mosca, sempre più nel mirino dei missili di Kiev. Adesso vengono fuori anche le lacune della contrarea del Cremlino che non starebbe riuscendo a mettere al riparo i militari di Putin dal fuoco ucraino. Il merito sarebbe soprattutto delle armi arrivate dagli alleati occidentali, costruite con tecnologie che riescono a sfuggire alla contraerea russa.

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A rivelarlo è Yuriy Ihnat, portavoce dell’aeronautica ucraina, in un'intervista all'agenzia di stampa Ukrinform. «Abbiamo ricevuto le armi che aspettavamo da tanto – ha spiegato Ihnat – Questi missili da crociera sono importantissimi perché i russi, pur avendo una grande difesa antiaerea, non hanno le contromisure adatte». «Presumibilmente riescono ad abbatterne alcuni, ma la maggior parte penetra le loro difese. Zone come la Crimea, pesantemente armata con sistemi di difesa aerea, sta facendo fatica contro i missili da crociera di fabbricazione occidentale». Missili che il portavoce dell'aeronautica dice di aspettarsi in numero sempre maggiore, facendo appello a Germania, Francia e Gran Bretagna affinché ne inviino altri».

L'asso nella manica

Finora la parte del leone l'hanno fatta gli Atacms americani. «Ci aiuteranno a cambiare significativamente la situazione al fronte. E con l’arrivo degli aerei da guerra occidentali, la storia sarà ancora diversa», ha aggiunto Ihnat. Da capire se l'arrivo degli aerei sia imminente o se venga sventolato per mettere pressione ai Paesi che li hanno promessi. Ad agosto il presidente Volodymyr Zelensky li ha chiesti a gran voce. E qualche giorno dopo gli ha fatto eco il ministro degli Esteri Dmytro Kuleba, in una telefonata con il Segretario di Stato americano. Ma aerei o non aerei, Ihnat ha svelato altre carte da giocare per l'Ucraina. «La Germania ci consegnerà presto i droni marini e arriveranno anche altre armi. E se appariranno gli F-16 le navi russe avranno vita breve nel Mar Nero». Se arriveranno. Il destino della guerra è sempre più legato al “se”.

 

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Il Messaggero