Israele sposta le truppe al confine con il Libano, rischio escalation a Nord: cosa sta succedendo

Il ministero della Difesa annuncia lo spostamento di altri uomini lungo il confine. E' il segnale che il conflitto con Hezbollah potrebbe deflagrare a breve

Più uomini, più armi. In previsione di «quello che verrà». Così, tra le righe, il ministro della Difesa di Gerusalemme Yoav Gallant ha...

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Più uomini, più armi. In previsione di «quello che verrà». Così, tra le righe, il ministro della Difesa di Gerusalemme Yoav Gallant ha anticipato le mosse di Israele lungo il confine a nord con il Libano. «Quello che verrà» è un possibile allargamento del conflitto. Perché, come ha sottolineato lo stesso Gallant, altri soldati israeliani «entreranno molto presto in azione... Così da rinforzare il presidio militare lungo il confine settentrionale». Parole pesanti che rendono ancor più soffocanti quelle pronunciate dal capo dell'esercito Herzi Halevi, che nei giorni scorsi ha parlato di un rischio guerra con il Libano «molto più alto» rispetto a qualche settimana fa.

Gli scontri con Hezbollah

Già dopo l'ingresso a Gaza, Israele aveva rafforzato i presidi lungo il confine nord, ingaggiando i primi scontri a fuoco con Hezbollah, al punto che spingere il governo a ordinare l'evacuazione delle città di confine per motivi di sicurezza: gli sfollati sono stati decine di migliaia.

Hezbollah, come del resto Hamas, è sostenuta dall'Iran che ingaggia così la sua guerra ombra con Israele. Gli attacchi provenienti dal Libano, nei mesi, hanno spinto all'azione anche gli altri gruppi militanti che accerchiano Israele. E così le preoccupazioni per una potenziale escalation sono cresciuti giorno dopo giorno. Fino a questa settimana.

Il funerale di un militante di Hezbollah ucciso dal fuoco israeliano

«Non so quando scoppierà la guerra nel nord, posso solo dirvi che la probabilità che accada nei prossimi mesi è molto più alta rispetto al passato», ha sentenziato Halevi, che snocciolando un po' di numeri ha parlato di oltre 200 persone – quasi tutte nel giro di Hezbollah – uccise dal 7 ottobre in poi. Ma non sono mancate le vittime anche dall'altra parte del confine: il conteggio è fermo sinora a nove militari dell'Idf e a sei civili morti sotto i razzi lanciati direttamente dal Libano. Numeri che fotografano la tensione crescente e che, sommati alle parole del governo di Gerusalemme, gettano un'ombra di paura sull'allargamento del conflitto oltre la Striscia.

 

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Il Messaggero