Stuprata da due uomini che minacciano di diffondere il video, mamma 27enne si uccide

Mentre il mondo festeggiava l'arrivo del nuovo anno, all'alba del 1° gennaio scorso Jenna Johnson, 27enne scozzese madre di due bimbi, si toglieva la vita nella sua...

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Mentre il mondo festeggiava l'arrivo del nuovo anno, all'alba del 1° gennaio scorso Jenna Johnson, 27enne scozzese madre di due bimbi, si toglieva la vita nella sua casa di Thurso: schiacciata dall'orrore di una violenza sessuale che avrebbe subìto il 23 dicembre, e terrorizzata dall'idea che il video di quello stupro circolasse online, come avevano minacciato i due aggressori che l'avevano picchiata, drogata e violentata filmando il tutto, non ha retto all'idea di convivere con quell'incubo e ha deciso di farla finita. Al pranzo di Capodanno i suoi familiari l'hanno attesa invano. Ora la sua famiglia chiede giustizia e, nonostante la polizia abbia già dichiarato che la sua morte è un chiaro caso di suicidio, pretende che i responsabili dello stupro finiscano in manette, accusando due uomini e indicandoli come responsabili morali della morte di Jenna.


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Ancora sotto choc per l'orribile esperienza che aveva dovuto subire, la donna si era confidata con alcuni amici e amiche e con la sorella Kelsey raccontando di come i suoi aggressori l'avessero minacciata dicendole che se avesse parlato avrebbero pubblicato il video girato mentre la violentavano e le avrebbero fatto perdere i figli: forse anche per questo motivo Jenna non ha mai sporto denuncia alla polizia. Certamente i risultati dell'autopsia non aiutano, visto che dopo così tanti giorni non sono stati trovati segni evidenti di violenza sessuale. «Sembra che alcune persone nella comunità sapessero che questi due ragazzi l'avevano drogata e violentata e filmata, perché se ne erano vantati davanti ad alcune persone - racconta la sorella - e a Jenna avevano detto di stare attenta a come si comportava, perché avrebbero potuto diffondere il video: non so se la stessero ricattando o volessero solo impaurirla, ma lei era totalmente sconvolta. Jenna era una donna leale, totalmente dedita ai suoi figli».


Uno degli uomini accusati dalla famiglia Johnson è tra l'altro sospettato nella comunità di aver ucciso Stefan Sutherland, un 25enne trovato morto su una spiaggia nel 2013, ma la polizia insiste nel dire che non ci sono prove a riguardo, nonostante il sangue di Sutherland sia stato trovato sui muri della casa del sospettato. Il padre della vittima, Sandy, dice: «Quel tizio avrebbe dovuto essere in prigione per l'omicidio di Stefan: se fosse stato incarcerato oggi la famiglia di Jenna non si troverebbe a dover soffrire come noi». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero