Mentre il mondo festeggiava l'arrivo del nuovo anno, all'alba del 1° gennaio scorso Jenna Johnson, 27enne scozzese madre di due bimbi, si toglieva la vita nella sua...
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Donna muore in ospedale, i parenti devastano l'ospedale a Boscotrecase
Ancora sotto choc per l'orribile esperienza che aveva dovuto subire, la donna si era confidata con alcuni amici e amiche e con la sorella Kelsey raccontando di come i suoi aggressori l'avessero minacciata dicendole che se avesse parlato avrebbero pubblicato il video girato mentre la violentavano e le avrebbero fatto perdere i figli: forse anche per questo motivo Jenna non ha mai sporto denuncia alla polizia. Certamente i risultati dell'autopsia non aiutano, visto che dopo così tanti giorni non sono stati trovati segni evidenti di violenza sessuale. «Sembra che alcune persone nella comunità sapessero che questi due ragazzi l'avevano drogata e violentata e filmata, perché se ne erano vantati davanti ad alcune persone - racconta la sorella - e a Jenna avevano detto di stare attenta a come si comportava, perché avrebbero potuto diffondere il video: non so se la stessero ricattando o volessero solo impaurirla, ma lei era totalmente sconvolta. Jenna era una donna leale, totalmente dedita ai suoi figli».
Uno degli uomini accusati dalla famiglia Johnson è tra l'altro sospettato nella comunità di aver ucciso Stefan Sutherland, un 25enne trovato morto su una spiaggia nel 2013, ma la polizia insiste nel dire che non ci sono prove a riguardo, nonostante il sangue di Sutherland sia stato trovato sui muri della casa del sospettato. Il padre della vittima, Sandy, dice: «Quel tizio avrebbe dovuto essere in prigione per l'omicidio di Stefan: se fosse stato incarcerato oggi la famiglia di Jenna non si troverebbe a dover soffrire come noi». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero