George Floyd: «Per favore, non spararmi». Il video prima dell'arresto mostrato al processo contro il poliziotto Derek Chauvin

«Per favore, non spararmi». Sono le parole dette da George Floyd prima dell'arresto avvenuto il 25 maggio 2020 per strada a Minneapolis, arresto in seguito al...

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«Per favore, non spararmi». Sono le parole dette da George Floyd prima dell'arresto avvenuto il 25 maggio 2020 per strada a Minneapolis, arresto in seguito al quale l'uomo ha perso la vita: quella frase è contenuta nel video registrato dalle bodycam dei poliziotti, e le immagini sono state mostrate oggi al processo contro l'ex agente Derek Chauvin. Floyd è stato arrestato per aver presumibilmente comprato in un negozio un pacchetto di sigarette con una banconota falsa da 20 dollari.

Le immagini della bodycam mostrano il momento in cui Floyd dice agli agenti di essere claustrofobico e li supplica mentre è bloccato a faccia in giù, con un ginocchio dell'ex agente sul collo, dicendo: «Non posso respirare».

 

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La ricostruzione

 

Nelle immagini riprese dalle telecamere degli agenti si vede il poliziotto incriminato che prende per il collo George Floyd per trascinarlo nell’auto della polizia, e poi la lotta con gli agenti che cercano di farlo salire sull'auto di servizio e le suppliche dell'uomo: «Sono claustrofobico, amico. Perché mi fai così ?». Poco dopo George Floyd, ammanettato, è caduto dall’auto e qui è stato ripreso nel video di un passante mentre l'ex agente Derek Chauvin si è inginocchiato sul suo corpo bloccandolo con il ginocchio sul collo per più di nove minuti. Subito dopo George Floyd è morto.

Derek Chauvin è accusato di omicidio e omicidio colposo. Gli altri tre ex agenti di polizia coinvolti nell'arresto, Tou Thao, Thomas Lane e J. Alexander Kueng, saranno processati separatamente entro la fine dell'anno.

 

 

 

Il capo della sezione omicidi di Minneapolis: «Stretta non necessaria»

 

«Quello che ha fatto l'agente Derek Chauvin premendo sul collo di George Floyd col suo ginocchio era totalmente non necessario»: è la testimonianza del massimo responsabile della sezione omicidi della polizia di Minneapolis, Richard Zimmerman. «Se premi un ginocchio sul collo di qualcuno si sa che puoi ucciderlo. Una volta che una persona è ammanettata il livello della minaccia diminuisce drasticamente, e tenere quella persona in una posizione prona e col ginocchio sul collo riduce drasticamente la capacità di respirare », ha spiegato Zimmerman.

 

 

 

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Il Messaggero