OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Colonnelli russi sono accusati di aver rivelato informazioni sulla posizione delle proprie truppe in cambio di denaro. È quanto emerge da alcune intercettazioni telefoniche rese pubbliche dalla direzione principale dell'intelligence del ministero della Difesa ucraino. E in Russia starebbero cominciando a guardare con preoccupazione a quella che sembra essere diventata un'abitudine da parte di generali in cerca di facile guadagno a danno dei loro stessi militari.
Le intercettazioni: «Colonnelli tradiscono le loro truppe per soldi»
In una telefonata intercettata dall'intelligence ucraina, diffusa oggi sui media internazionali, è possibile ascoltare la conversazione fra un uomo identificato come un soldato russo e una conoscente. I due parlano della 31esima Brigata d'assalto aereo, una delle divisioni d'elite dell'armata russa, affermando che i militari sono stati traditi dal loro stesso colonnello. «Sì, sono stati catturati 76 soldati», dice la donna, sostenendo che «sono stati venduti» e accusando il «colonnello Matkovsky» del tradimento.
«Lo so, ci sono molti casi simili» risponde l'uomo, aggiungendo che «stanno rubando informazioni sulle truppe». La donna poi specifica: «È vero, è vero. Ho parlato con un un agente dell'Fsb (Servizio di sicurezza federale russo) e ha detto che è tutto vero. Hanno trovato 17 milioni sul suo conto». Infine, suggerisce che a corrompere il colonnello russo sia stata l'intelligence americana: «È comprensibile, gli Stati Uniti stanno soffrendo. Hanno fame e freddo».
La strategia degli Usa
Dagli Usa non arriva nessuna conferma ufficiale, ma la prassi descritta nell'intercettazone non è così insolita. La Cia a maggio ha lanciato una campagna per ottenere informazioni dai russi sulla guerra. L'agenzia ha pubblicato istruzioni in lingua russa sui propri canali social, esortando gli aspiranti informatori a stabilire un «contatto virtuale» utilizzando il browser internet Tor. Coloro che decidono di collaborare vengono poi sottoposti a una verifica per determinare se hanno realmente «informazioni di interesse» per le spie statunitensi.
Il Messaggero