Kim Rowlands sarà perseguitata per tutta la vita da quei tre minuti fatali che hanno cambiato il corso della sua esistenza, da quell'errore fatale che non doveva...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Era il 19 marzo scorso. La 29enne Kim Rowlands di Cardigan, nel Galles, come tutti i giorni era uscita per lavoro portando con sé Kiara, che di lì a pochi giorni avrebbe compiuto tre anni: non sapeva ancora che nel giorno del suo compleanno si sarebbero celebrati i suoi funerali. Kim passò presso l'azienda di famiglia e poi andò a fare un prelievo al bancomat: parcheggiò lì davanti lasciando la bimba in auto, dopo tre minuti era già tornata, ma la vettura non c'era più. Disperata, pensando che fosse stata rubata con la bambina dentro, telefonò alla polizia per denunciare la scomparsa. Solo dopo un po' si rese conto che l'auto era finita nel fiume Teifi: gli agenti che nel frattempo erano arrivati si tuffarono nell'acqua gelida e solo dopo aver superato molte difficoltà riuscirono a tirar fuori Kiara, portandola immediatamente in ospedale. Ormai, però, era troppo tardi: la bimba era già morta. Nel giorno del suo terzo compleanno è stata sepolta.
Ora, a otto mesi di distanza, la giustizia ha chiuso il caso: secondo i giudici si è registrata «una serie di circostanze perfettamente lecite che ha portato alla morte della piccola Kiara». Chi non potrà, invece, chiudere i conti con questa storia è proprio Kim, che non riuscirà forse mai a perdonarsi di aver lasciato sola la bambina. «Era abituata a stare in macchina, le piaceva giocare con i comandi della radio, ma non l'ho mai vista giocare con altri comandi, né con il freno a mano» dice Jet Moore, il padre di Kiara. Ma con i bambini, mai dire mai: quello che non hanno mai fatto potrebbero farlo da un minuto all'altro. Le precauzioni non sono mai troppe: e Kim e Jet lo hanno imparato nel più orribile dei modi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero